Ambiente

Un patto per la transizione ecologica e la rivoluzione verde

Transizione-Ecologica-copia

La Regione Emilia-Romagna insieme a forze economiche, sociali e del mondo ambientalista  ha definito e sottoscritto il nuovo  PATTO PER IL LAVORO E PER IL CLIMA che mira in primo luogo  ad attuare una transizione ecologica in grado di contribuire a salvare il pianeta, come ci chiedono le nuove generazioni, ma anche di rinnovare profondamente la nostra economia, di rilanciare un’occupazione di qualità, di migliorare le nostre città e i nostri stili di vita.

Ora è necessario che tutti i territori a partire da Ravenna, diano un contributo del tutto nuovo per attuare quel Patto, riconvertendo gradualmente ma con determinazione il proprio sviluppo dalla produzione di energia, alla chimica, dalla riqualificazione degli edifici alla mobilità sostenibile.   

La nostra regione e la provincia di Ravenna  sono particolarmente esposte agli effetti dei cambiamenti climatici.

Occorre quindi puntare ad una progressiva decarbonizzazione della nostra economia a partire da oggi  per ridurre le emissioni del 55-60% entro il 2030 e per portare al 100% di energie rinnovabili entro il 2035, vogliamo un territorio piu' verde  piantando nei prossimi 10 anni un milione  di alberi per ridurre le emissioni di CO2 ed investire importanti risorse  sulla mobilità sostenibile.

Ravenna e l' Emilia-Romagna  hanno tutte le condizioni e tutto l'interesse per attuare con coraggio un Green New Deal, un piano di investimenti che accompagni la transizione ecologica necessaria: ci sono le risorse, c’è una tradizione di conoscenze tecniche e di innovazione importante e un consolidato dialogo tra tutte le parti sociali, con una parte del mondo produttivo e sindacale che già si stanno attrezzando ad affrontare questa sfida epocale.

Ravenna Coraggiosa, in continuità e a specificazione del programma di Emilia-Romagna Coraggiosa, propone pertanto di intervenire con urgenza su queste linee:

1 Un impegno straordinario contro l'inquinamento

Il recente pronunciamento della Corte di Giustizia UE, secondo cui l’Italia ha violato la direttiva europea sulla qualità dell’aria, chiude il primo ciclo di un procedimento per inadempimento avviato dalla Commissione UE nei confronti dell’Italia nel 2014: quella contestata all’Italia è una violazione reiterata dei limiti massimi consentiti per i PM 10 e ossidi di azoto in diverse aree del territorio nazionale, e particolarmente in pianura Padana . Il nostro Paese è malato cronico d’inquinamento atmosferico, a cui sono riconducibili, secondo diversi studi scientifici, la diffusione di malattie respiratorie e  anche migliaia di morti premature ogni anno. Gli studi più recenti sulla diffusione e pervasività del virus Covid ipotizzano un legame, in corso di approfondimento scientifico, tra la diffusione delle polveri sottili e la maggior “violenza” dell’aggressività del virus in determinate zone. Inoltre l'inquinamento del suolo e delle acque è molto elevato, soprattutto nella Pianura Padana.  E’ allora necessario impiegare le risorse del programma Next Generation EU in progetti che vadano nella direzione della riduzione dello smog e dell'inquinamento del suolo e delle acque. E’ indispensabile che i finanziamenti del Recovery Fund siano eminentemente utilizzati per rendere il Paese più vivibile e ambientalmente sostenibile, riducendo le emissioni in atmosfera e nelle acque dei settori maggiormente responsabili: trasporti, industria, edilizia e agricoltura. E investendo maggiormente sull’efficientamento energetico, il contenimento dei consumi energetici e un deciso sviluppo delle energie rinnovabili. L’Italia, e Ravenna in particolare, deve spendersi per essere a pieno titolo nel progetto dell’UE che mira a fare dell’Europa il primo continente a impatto climatico zero. Al candidato sindaco del centrosinistra , chiederemo per i prossimi 5 anni, un rafforzato impegno in questa direzione: tutta la pianificazione comunale e tutte le scelte quotidiane dei prossimi 5 anni devono essere improntate alla tutela dell’ambiente, alla riduzione delle emissioni in aria e nelle acque e al miglioramento della qualità dell’aria : una scelta che protegge anche la salute dei cittadini.

2 Una nuova economia green per Ravenna

L' economia ravennate ha bisogno di una fase di forte innovazione sia per ragioni di competitività economica in una fase di grandi cambiamenti a livello internazionale ma soprattutto per attuare realmente un processo di transizione e di riconversione ecologica del nostro sviluppo.

Noi intendiamo lavorare seriamente mettendo in campo accordi e patti ma anche incentivi e disincentivi e infrastrutture adeguate per favorire in ogni campo la graduale trasformazione di tutti i settori nella direzione della green economy,

Bisogna puntare innanzitutto alla crescita di piccole e medie imprese private e cooperative  nei settori dell'agricoltura biologica e sostenibile, della forestazione,   del   settore agroalimentare sempre piu' legato a produzioni tipiche, di eccellenza e amiche della salute e del benessere animale, dell'economia circolare, delle energie rinnovabili, delle tecnologie pulite, della salute, della mobilità sostenibile, del turismo verde in grado di attrarre un nuovo turismo nazionale e internazionale sempre piu' attento alla natura quale fattore essenziale di benessere , dell'architettura ed edilizia sostenibile e verde.      

Le imprese che già operano in questi settori vanno sostenute e fatte conoscere e altre ne debbono crescere, anche mediante Start UP per produrre lavoro qualificato, anche mediante nuovi Patti che coinvolgano oltre alle istituzioni e forze economiche e sociali, da un lato il mondo dell'Università e della Ricerca e dall'altro il settore bancario che deve modificare la propria ottica di investimento e collocazione delle risorse a favore di uno sviluppo duraturo e davvero innovativo. 

3 Un nuovo modo di produrre energia e chimica a Ravenna: promuovere  un vero processo di  transizione ecologica.

I prossimi 10 anni saranno decisivi per concretizzare anche a Ravenna la necessaria trasformazione energetica, per ridurre  le emissioni almeno del 55% come concordato nella UE ( e possibilmente al 60% ) e  per puntare decisamente su risparmio energetico,   e  energie rinnovabili con l'obiettivo di uscire dalle energie fossili fin dal 2035 come indicato nel nuovo Patto Regionale.

Sul piano nazionale lavoreremo per il taglio dei sussidi dannosi per l’ambiente, spostandoli su innovazione, efficienza e energie pulite.

L’Ingegner Alex Sorokin – esperto di questioni energetiche internazionali, ospite del nostro primo incontro web  – ha lasciato alla nostra città una suggestione che apre una prospettiva di sviluppo occupazionale ed economica nel segno della transizione ecologica. Ha passato in rassegna la situazione europea ed italiana della produzione di energia elettrica ed ha indicato chiaramente come ci sia spazio per Ravenna e la sua tradizione produttiva nello scenario che si può aprire, che si deve aprire.

La necessità di superare la produzione di energia da fonti fossili per attenuare i cambiamenti climatici e arrivare in tempi rapidi alle fonti rinnovabili  come proposto dal PAESC, richiede oltre al miglioramento dell'efficienza energetica in molti campi e all'incremento degli impianti di  fotovoltaico  e  biometano,  di giungere alla produzione di energia eolica anche nel nostro mare Adriatico e nel Mediterraneo . Davanti alle coste ravennati è già stato lanciato il progetto AGNES da, che può diventare un bel prototipo della nuova modalità di produzione dell’energia elettrica: ma i numeri e gli esempi del nord Europa incoraggiano ancora di più ad allargare l’orizzonte fornendo alle aziende ravennati, leader nella cantieristica offshore, una solida prospettiva.

Un MW prodotto da fonte eolica offshore produce 3 posti di lavoro e i denari ora impiagati per importare energia dall’estero diventerebbero soldi impiegati per pagare manodopera, lavoro.  Se il Piano nazionale mirasse ai 30.000 MW di parchi eolici necessari e possibili, si tratterebbe di centinaia di migliaia di tonnellate di acciaio e altri materiali, che possiamo produrre in Italia,   tra componenti effettivi e quelli da attrezzare per resistere alle onde e agli agenti meteomarini . Ravenna ha il porto, ha un terminal per l’acciaio, ha un settore off-shore unico in Italia e ha il saper fare.

Ravenna deve chiedere al governo scelte di politica energetica nazionale coraggiose e deve farsi trovare pronta ad esserne capace interprete.

Se in quest’ottica OMC–Med Energy Conference vuole configurarsi nell’ambito del Mediterraneo come un luogo di confronto e dialogo in cui stimolare l’attenzione e la consapevolezza sulle priorità del dibattito energetico, come dichiarato dalla  può essere davvero un’occasione importante.

Ravenna Coraggiosa ha registrato con  soddisfazione l’annuncio della conferma di OMC a Ravenna e  del nuovo nome della manifestazione, Med Energy Conference che annuncia un’edizione, come sottolineato dagli organizzatori, che si concentrerà sui temi della transizione verso la decarbonizzazione del sistema energetico e della trasformazione che il settore sta mettendo in campo per continuare a creare valore nel lungo termine.

Il nostro auspicio è dunque che il progetto Agnes possa svilupparsi evitando che resistenze burocratiche o peggio ancora politiche lo frenino.  Naturalmente i progetti definitivi dovranno essere sottoposti a rigorosa e partecipata valutazione di impatto ambientale e dovrà  essere prevista una collocazione delle pale a una  distanza dalla costa adeguata per non compromettere il paesaggio e per non creare contraddizioni con il settore turistico balneare strategico per l' area romagnola.

E noi auspichiamo   che oltre alle società piccole e medie orientate al green e al mondo della cooperazione,  anche società nazionali di grandissimo rilievo come Eni ed Enel, presenti da decenni ,  a Ravenna e che si sono dimostrate sensibili negli anni a temi importanti quali il bilancio sociale, la sicurezza del lavoro, la regolarità dei  contratti aziendali, il graduale miglioramento degli impatti ambientali,    contribuiscano allo sviluppo del progetto Agnes, dando un segno concreto e tangibile della volontà di contribuire a una fase nuova per il nostro polo chimico energetico, una realtà importante ma ancora troppo sbilanciato sull'economia lineare e  sull'impiego  fonti energetiche  fossili.

Questa sarebbe una scelta lungimirante sia per migliorare gli apetti ambientali e climatici sia per lo stesso futuro economico anche in considerazione delle strategie internazionali a tutela del clima e della sempre maggiore competitività delle energie rinnovabili.

A tal proposito altrettanto interessanti possono essere per Ravenna le potenzialità del fotovoltaico galleggiante, dell'idrogeno pulito prodotto da energie rinnovabili e della produzione di energia da correnti marine e moto ondoso per le quali l' Eni ha avviato una interessante sperimentazione.

Dunque il Comune di Ravenna, la Regione, il Governo, in coerenza con quanto previsto dalle strategie del  Next Generation EU debbono proporre    a ENI ed ENEL un nuovo Patto per promuovere un' economia nuova coerente con gli obiettivi europei per la sostenibilità ambientale e  il clima che preveda tappe precise per l'uscita dalle fossili, per ridurre l'impatto ambientale sul territorio  e per favorire davvero la transizione.

E' ora anche a Ravenna di promuovere investimenti concreti per una Chimica Verde,  per l'idrogeno pulito, per estendere l'impiego delle energie rinnovabili anche ai settori industriali.

A fronte di una scelta netta e nuova in tale direzione, noi siamo consapevoli che la transizione  richiederà una fase di governo e di progressiva riconversione delle attuali modalità di produzione di energia ancora importanti a Ravenna e centrate sul ruolo del metano.

Per gli impianti di estrazione attivi in generale, nell'ambito del nuovo Piano Energetico nazionale sostenibile,  è comunque importante il mantenimento della presenza dell' ENI e vanno previsti importanti investimenti per  la manutenzione ordinaria e straordinaria delle piattaforme per  il pieno utilizzo dei giacimenti esistenti, per la corretta dismissione delle piattaforme non piu' in uso ( decommissioning ) al fine di offrire prospettive di lavoro all'industria off shore e    nel rispetto delle norme sugli impatti ambientali, sulla sicurezza del lavoro, sul recupero di materia dopo le necessarie bonifiche ovunque possibile.

Nel contempo ribadiamo la richiesta della chiusura anticipata del punto di estrazione  “Angela e Angelina” per la sua vicinanza alla costa e i suoi effetti negativi sulla subsidenza ed erosione costiera nell’area molto fragile di Lido di Dante, Lido Adriano e foce Bevano.

Rispetto alla ipotesi apparsa sugli organi di informazione di un progetto ENI per un deposito  di sequestro della CO2, ferma restando la difficoltà  di valutare un progetto che non ha precedenti in Europa e per il quale per ora conosciamo  solo le ipotesi assai parziali apparse sui giornali,  esprimiamo la preoccupazione che   tale soluzione piu' che essere un contributo alla transizione  rischi di essere   un impianto, comunque molto costoso e con  effetti incerti sull'occupazione, finalizzato a tenere in vita la, ormai vecchia,  economia lineare e basata sulle fonti fossili  e   che produrrebbe comunque un “ rifiuto” ( la Co2 )   stoccato nel sottosuolo in giacimenti ormai esauriti di metano per i secoli a venire con tutte le incognite, che tali depositi, specie se permanenti, potrebbero determinare.

La nostra non è una pregiudiziale assoluta verso ogni tecnica di sequestro. Sappiamo ad esempio  che ENI sta facendo ricerche interessanti su altre modalità di sequestro della Co2 con alghe e altre   essenze vegetali per assorbire la CO2 e usarla per   produrre ad esempio biocombustibili o biomateriali ( che potrebbero essere propedeutici anche ad una nuova chimica non piu' da petrolio ) che, almeno in termini di sperimentali, potrebbero essere  piu' compatibili, in una fase transitoria,  con l'obiettivo di una  economia circolare e green.

Siamo dell'idea che qualora, nonostante le nostre riserve di principio e quelle espresse piu' volte  da tutto il  mondo ambientalista ,  venisse comunque presentato da ENI presentato un  progetto di sequestro della CO2, esso debba  essere sottoposto a una accurata analisi di VIA, particolarmente attenta agli aspetti di sicurezza, di sostenibilità complessiva, al tema se è previsto o meno un riutilizzo  della CO2 e per quali finalità, ad un approfondimento se tale progetto sia volto a ridurre, nella transizione, le emissioni del polo chimico ed energetico dell'area ravennate o intenda trattare emissioni di un' area piu' vasta,  al rapporto costi-benefici ( anche occupazionali ) anche in relazione a progetti alternativi  in una fase di crescente competitività delle fonti rinnovabili e che debba essere valutata e  giudicata dalla nostra comunità attraverso un procedimento trasparente e partecipato. 

Ma , lo ribadiamo,  al di là del singolo impianto che pure andrà valutato,  va aperto un confronto serrato con l'ENI e con il Governo nazionale per una strategia del tutto nuova che punti a una riconversione economica  nella direzione della sostenibilità ambientale e di una vera transizione e riconversione ecologica, da attuarsi con ingenti investimenti nell’efficienza energetica, nelle energie rinnovabili, nella chimica verde,  nelle azioni cardine dell'economia circolare e della green economy.

In quest'ambito auspichiamo un contributo davvero importante da parte delle aziende del settore energetico e chimico fino a che non elimineranno l'impiego delle fonti fossili, a  quelle soluzioni basate sulla natura per il sequestro della CO2, come la protezione, il ripristino e l' allargamento di foreste, delle zone umide e degli altri ecosistemi. Sono queste azioni di reale contrasto ai cambiamenti climatici  che si devono sostanziare in interventi di rinaturalizzazione  in aree che il Comune deve indicare in un ambizioso progetto di rimboschimento e stoccaggio naturale del carbonio  e di miglioramento della qualità del verde e della nostra vita quotidiana.

Per la produzione di energia elettrica, le battaglie del passato che hanno impedito a Ravenna  la realizzazione di una centrale a carbone altamente inquinante  ci consentono oggi di avere impianti a turbogas  che, in questa fase di transizione, hanno ancora una prospettiva di vita, che debbono funzionare pienamente, in sicurezza migliorando costantemente la compatibilità ambientale, riducendo le emissioni, anche di CO2,  rinnovando il turnover dei lavoratori e che possono consentire, integrate con una robusta crescita delle energie rinnovabili, la chiusura in tempi strettissimi in Italia di assurde e inquinanti centrali a carbone ancora in funzione.

E' comunque necessario che anche ENEL a Ravenna diversifichi già nel corso dei prossimi 5 anni la propria produzione con la previsione di impianti significativi e diffusi, nell'industria e negli edifici pubblici e privati,  ad energia rinnovabile  a partire dal fotovoltaico e dall' eolico off shore, economicamente sempre piu' convenienti e integrabili con forme di accumulo che ne garantiscano la continuità e un diano un contributo percentualmente  sempre piu' elevato alla produzione di energia elettrica, fino a raggiungere il 100% entro il 2035.

4 Per un nuovo modo di abitare  

Le code dei vecchi strumenti urbanistici hanno fatto emergere pesanti contraddizioni: ancora troppo uso del suolo e spesso per finalità obiettivamente non essenziali per la comunità. 

Con il nuovo PUG bisognerà cambiare completamente impostazione nel rispetto della logica del consumo di suolo zero, della rigenerazione urbana, della restituzione di suolo mediante la diminuzione della impermeabilizzazione del territorio (a partire dal progetto per la Darsena di città  ), della riqualificazione energetica, ambientale e sismica di tutti gli edifici  pubblici e privati (anche prevedendo, ove necessario,  interventi di demolizione e ricostruzione di alta qualità ambientale ed energetica, senza ampliamento delle cubature preesistenti e  con restituzione netta di suolo per il estendere il verde pubblico e privato ).

Tutta la pianificazione comunale a partire dal nuovo PUC  e tutte le scelte quotidiane dei prossimi 5 anni devono essere improntate alla tutela dell’ambiente, al miglioramento della qualità dell’aria e delle acque: una scelta che protegge anche la salute dei cittadini e contrasta i cambiamenti climatici .

E' possibile a tal fine migliorare i Regolamenti comunali prevedendo standard ancora piu' avanzati per nuove abitazioni e per le  ristrutturazioni ( puntando a edifici in  classe A o passivi ),  ma è anche sul patrimonio esistente  che serve un vero salto di qualità nell'efficienza energetica, nell'impiego di fonti rinnovabili nella rimozione dell'eternit, nell'adozione delle moderne tecnologie antisismiche.

A tal fine avanziamo avanziamo 5 proposte concrete:

1) Costruiamo subito un Patto tra amministrazioni, associazioni imprenditoriali, sindacati dei lavoratori, sistema del credito per valorizzare l'occasione straordinaria del super bonus del 110% per riqualificazione energetica e sismica e per il contenimento dei consumi di energia   (la cui validità va prorogata almeno al 2023 ed estesa anche alle strutture ricettive turistiche,  insieme ad altre agevolazioni socialmente utili e motivate nel campo dell'edilizia, dell'efficienza energetica, della sicurezza antisismica. Vanno inoltre introdotte semplificazioni che ne facilitino l'utilizzo specie nelle realtà condominiali superando gli attuali dubbi interpretativi  ). Si promuovano incontri (virtuali e reali) di orientamento per i cittadini, gli amministratori di condominio e le imprese per spiegare le opportunità e i vantaggi individuali, sociali e ambientali. Si chieda agli istituti di credito un impegno per effettuare gli interventi senza costi diretti per i cittadini.

  • Come da indicazioni del PAESC si predisponga un piano decennale per l’efficientamento e l'impiego delle energie rinnovabili negli edifici di proprietà pubblica, abitazioni di edilizia popolare di ACER , scuole, uffici, musei, sedi culturali, le strutture sanitarie, nella illuminazione pubblica ecc. e lo si attui con risorse adeguate anno per anno, predisponendo progetti per il Recovery Fund e chiedendo un concorso serio da parte degli istituti di credito. Inoltre è opportuno che le amministrazioni pubbliche per i propri consumi energetici richiedano, con specifici bandi,  che derivino al 100% da energie rinnovabili certificate.
  • Tutte  Utilities energetiche, seguendo il positivo esempio delle esperienze già attive,   debbono modificare la propria strategia energetica proponendo agli utenti soluzioni che impieghino tecnologie e soluzioni innovative, oggi esistenti e competitive, e che impieghino energie rinnovabili e pulite.
  • In particolare riteniamo che gli Enti Locali debbono chiedere unitariamente  di cambiare e diversificare la politica energetica  di HERA, affinchè divenga gradualmente un importante produttore di energia che impiega effettivamente al 100% energie rinnovabili certificate. Questo non solo per una necessaria coerenza con il Patto regionale per il lavoro  e per il clima e con il nuovo PAESC ma anche per evitare il rischio di un progressivo spiazzamento economico di questa società partecipata.  
  • Studiare attentamente le esperienze italiane ed europee piu' avanzate  per   avviare e promuovere anche a Ravenna esperienze significative  di comunità energetiche diffuse, impiegando la nuova normativa in materia, approvata recentemente e coinvolgendo attivamente le comunità.

4 Per una mobilità moderna: efficiente e verde

L’altro settore centrale per la trasformazione ecologica  è quello della mobilità di passeggeri e merci

L' assetto attuale centrato su navi e automezzi che funzionano con carburanti fossili inquinanti e climalteranti va radicalmente cambiato a partire dal decennio 2021-2030.

Nel concreto proponiamo per i prossimi 10 anni:

1)In parallelo alla realizzazione delle opere di ammodernamento del porto occorre lavorare  alla sua auspicabile  trasformazione verso un moderno “ Green Port “ prevedendo progetti qualificati da presentare anche per le risorse del Recovery Fund e  investimenti ingenti per il completamento della depurazione delle acque, per la realizzazione di un moderno impianto di soil watching volto a recuperare le sabbie di  dragaggio, per l' elettrificazione delle banchine, per l'impiego delle energie rinnovabili, e della mobilità elettrica. Tali indicazioni valgono a maggior ragione anche per il progetto relativo al nuovo Terminal Crociere affinchè possa essere realmente sostenibile. In tale ambito    va rafforzato per Ravenna il sistema ferroviario per le merci con infrastrutture, in destra e sinistra canale e incentivi adeguati.

Per i passeggeri nei prossimi 5 anni vanno concretizzati gli obiettivi di potenziamento dei collegamenti ferroviari con Bologna e Ferrara e va realizzato compiutamente il sistema veloce costiero al fine di servire pendolari e turisti e connettere anche Ravenna al sistema nazionale dell'alta velocità.     

2) In tutta la città si favorisca la mobilità pedonale e ciclabile (per casa scuola, casa lavoro e accesso al centro turistico-commerciale) con percorsi estesi, segnalati, ben progettati e sicuri secondo quanto previsto dal PUMS integrato con le recenti proposte avanzate da FIAB. Si prevedano progetti e investimenti condivisi e si valorizzi il Tavolo tecnico con le associazioni del settore, per il rimagliamento delle ciclabili in città,  i collegamenti quotidiani dalle frazioni attorno a Ravenna che lo sviluppo delle e-bike rendono assolutamente realistici, con le località del mare e le aree di interesse naturalistico e turistico  a partire dalla realizzazione già nel 2021 del collegamento Ravenna- Bassette-Porto Corsini e Lidi Nord ( parte della ciclovia Adriatica ) , dal completamento e illuminazione della ciclabile strategica tra Ravenna-Punta Marina e Marina di Ravenna, dalla realizzazione di un percorso ciclabile idoneo da Ravenna a Fosso Ghiaia fino a Mirabilandia e a Savio.

Nel mandato amministrativo 2021-2026 si deve anche puntare a obiettivi  ambiziosi quale il collegamento ciclabile Ravenna-Bologna d'intesa con l' area metropolitana bolognese.

Per concretizzare tale obiettivo occorre prevedere nei prossimi 5 anni un investimento  di almeno  10 milioni di euro.

3 ) Si rafforzi e ammoderni il trasporto pubblico urbano studiando la possibilità di servire con la Ferrovia o con un trasporto in sede propria zone come Classe, S. Michele, Mezzano o Porto Corsini ( per servire in termini efficienti e sostenibili  il terminal Crociere ) prevedendo ampi parcheggi scambiatori attrezzati dotati di colonnine di ricarica elettrica per auto e e-bike e di bike sharing . Si estendano i servizi di “TPL a chiamata” in tutto il forese. L’assegnazione di fondi statali per bus elettrici e/o ad idrogeno offre la possibilità di migliorare i collegamenti esistenti e di realizzare  nuovi collegamenti a emissioni zero al servizio del centro storico, dei quartieri urbani e dei nostri lidi.

4 ) Si favorisca concretamente il passaggio alla mobilità elettrica per le auto e per i mezzi finalizzati alla logistica in area urbana e nei lidi. Tutte le nuove auto comunali siano a motore elettrico. Si incentivi la scelta della trazione elettrica anche da parte dei Taxi.  Si definisca un “piano per la collocazione di colonnine di ricarica” in tutto il territorio comunale con particolare riferimento ai punti strategici: aree industriali, centri commerciali, hotel, ristoranti, servizi pubblici, stazioni di rifornimento . Vanno incentivati gli interventi di installazione di colonnine o prese idonee nei posti auto da parte di privati. Vanno studiate soluzioni attraverso la proprietà condivisa e il noleggio a lungo termine per rendere possibile il passaggio a auto a basso impatto per i cittadini delle fasce di reddito medio-basse contrastando le disuguaglianze anche in questo settore. Per la logistica urbana vanno definiti accordi con le associazioni di categoria  per una graduale trasformazione dei mezzi impiegati verso l'obiettivo delle emissioni zero.

5 Dalla tradizionale gestione dei rifiuti a  una vera economia circolare:

Noi condividiamo la strategia europea delle 3 R in materia di rifiuti volta a ridurre, riutilizzare e riciclare i rifiuti per una vera economia circolare presupposto fondamentale di sostenibilità ambientale economica e sociale dello sviluppo futuro.

La Regione Emilia-Romagna  ha compiuto in questi anni passi in questa direzione  pur restando per ora in un quadro ancora troppo centrato sugli impianti tradizionali di termovalorizzazione con un parziale recupero energetico   e sulle discariche sempre piu' difficili da collocare sul  territorio regionale e comunque ad elevato impatto ambientale e climatico.

Proponiamo quindi:

1) Un impegno del tutto nuovo del settore industriale tenendo conto che oggi i rifiuti speciali sono 5 volte i rifiuti solidi urbani. Il tema della circolarità del ciclo produttivo o di distretto, debbono divenire vere priorità. Si devono raggiungere quote importanti di recupero di materie seconde con processi  di trasformazione finalizzati all' end off waste. Servono impianti specializzati per queste operazioni di recupero. Una volta predisposto il progetto esecutivo nell'ambito delle procedure di valutazione di impatto ambientale, che noi abbiamo chiesto sia un processo partecipato e approfondito, cercheremo di capire se il nuovo impianto previsto a Ponticelle possa rappresentare un serio passo  in questa direzione.

2)  Il piano regionale sui rifiuti non prevede per Ravenna  nuove discariche e nuovi termovalorizzatori, dopo la chiusura del vecchio termovalorizzatore in Via Romea Nord. Noi concordiamo con tale orientamento e di conseguenza chiediamo di spingere sul “porta a porta” e sul passaggio alla tariffazione puntuale per raggiungere entro il 2026 l'obiettivo dell'80% di raccolta differenziata  e chiedere a Hera in collaborazione con i vari Consorzi di recupero  dei materiali,   di contribuire a localizzare impianti di recupero e riciclaggio di materia  a cominciare dal consolidamento delle esperienze sul compost, ma spingendo ad esempio sulla filiera della plastica, o sul riciclaggio delle pile e batterie  usate o dei pannelli fotovoltaici.

Bisogna inoltre lavorare per ridurre a monte la quantità di rifiuti prodotti lavorando  sulla riduzione, il riutilizzo e la riciclabilità degli imballaggi, sulla progressiva riduzione dell'utilizzo di acque minerali in bottiglie di plastica, sulla rapida eliminazione ovunque delle plastiche usa e getta ormai facilmente sostituibili  con enormi vantaggi per la tutela del nostro mare e delle spiagge.

Questi per funzionare debbono divenire veri e propri obiettivi di comunità praticati nelle scuole e condivisi con i cittadini che debbono divenire i veri protagonisti di questa realizzazione e del controllo sugli standard di qualità e per limitare abusi e trasgressioni.

3 ) L' area della Discarica di Via Romea nord una volta esaurita e messa pienamente in sicurezza secondo le nuove normative in materia e recuperando biogas e biometano, deve essere riqualificata dal punto di vista ambientale sia estendendo le piantumazioni di alberi e arbusti autoctoni, sia prevedendo l'inserimento ove possibile e opportuno di impianti fotovoltaici per produrre energia pulita.  

6 Elevare il grado di Resilienza investendo sulla messa in sicurezza del nostro territorio. Una vera fucina di nuovo lavoro.

Siamo ben consapevoli che di fronte ai cambiamenti climatici già in atto, mentre riduciamo le emissioni di gas serra, dobbiamo al contempo rafforzare le politiche  per consentire di adattarci meglio ai cambiamenti climatici che comunque avremo nel corso di questo secolo.

E questo anche a Ravenna, un territorio splendido dal punto di vista ambientale ma con elementi di fragilità e dove i cambiamenti climatici stanno rendendo piu' difficile la vita nella città nel periodo estivo, stanno accentuando l'erosione costiera e l'ingressione marina, lunghi periodi di siccità e provocando improvvisamente fenomeni estremi (piogge torrenziali, esondazioni e allagamenti )  potenzialmente disastrosi.   

Per  una città più resiliente.

Uno degli obiettivi prioritari è l’aumento della resilienza della città rispetto ai cambiamenti climatici che già contraddistinguono la nostra epoca e rischiano di aggravarsi nel futuro.

Per aumentare la resilienza in ambito urbano è necessario realizzare con i nuovi strumenti urbanistici dei veri e propri eco-quartieri realizzati secondo i criteri dello sviluppo sostenibile, dell'efficienza energetica e della qualità della vita sociale ( risparmio energetico, energie verdi, mobilità a emissioni zero, riuso dell'acqua, tetti verdi, uso di materiali sostenibili, ampi spazi verdi e di comunità  ecc )   e  ridurre in maniera significativa l’impermeabilizzazione del suolo.

Attualmente la presenza di asfalto, cemento e altre pavimentazioni rendono il suolo quasi completamente “sigillato”, la conseguenza è che le acque piovane (fenomeni sempre più rari nel tempo e di intensità sempre più violenta) sono convogliate velocemente in fognatura, mettendo a rischio la tenuta del sistema di raccolta non sempre adeguato ed impedendo alle acque di penetrare nel terreno e rendendo di fatto impossibile ricaricare la falda sottostante.

Il suolo ricoperto di asfalto e cemento contribuisce all’isola di calore in ambito urbano.

Indispensabile individuare ambiti dove sia possibile fare “de-sealing” ossia “de-sigillazione” del suolo, rendendo il terreno permeabile alle acque piovane, dove possibile sarebbe inoltre ottimale “rigenerare” il suolo prevedendo superfici a prato o vegetazione coprisuolo (arbusti molto bassi), che possono contribuire in maniera importante alla riduzione dell’isola di calore.

Nelle situazioni in cui è indispensabile mantenere la pavimentazione come ad esempio nei parcheggi, nei marciapiedi, nei percorsi ciclabili, si preveda la sostituzione di asfalto e cemento con materiali drenanti che garantiscono alte prestazioni pur consentendo il drenaggio delle acque verso il suolo sottostante, come ad esempio cemento drenante o ghiaia solidificata drenante.

Incentivare l’utilizzo di materiali ad alto coefficiente di albedo, cioè in grado di riflettere la luce del sole, limitarne l’assorbimento e quindi contribuire al miglioramento del microclima urbano.

Effettuare interventi di “de-sealing” in tutte le aree di proprietà pubblica, sensibilizzare i cittadini e prevedere incentivi mirati ai soggetti privati per favorire interventi di “de-sealing” ad esempio nelle aree comuni condominiali: aree a parcheggio e altre pertinenze degli edifici privati.

Interventi localizzati nelle aree private se diffuse in tutta la città possono contribuire ad un cambiamento rilevante.

Aumento delle alberature in ambito urbano: trasformare tutti i parcheggi in parcheggi alberati e prevedere nuove alberature soprattutto lungo i percorsi ciclo-pedonali; concepire un’infrastruttura verde continua, fare scelte di specie arboree idonee e obbligo di impianto di irrigazione per i primi 3 anni per ottenere i massimi benefici.

L’aumento delle superfici verdi, delle alberature e delle superfici permeabili migliora il microclima e può contribuire alla riduzione dell’isola di calore estiva e migliorare la vivibilità della città in tutte le stagioni.

Per una costa più resiliente

Anche le nostre località turistiche costiere debbono concorrere a un graduale ma profondo cambiamento. Il primo obiettivo concreto è la “solarizzazione” della riviera romagnola con un esteso impiego di fotovoltaico e di solare termico e con lo sviluppo delle scelte fondamenti per rendere in dieci anni la mobilità a emissioni zero

Inoltre in alcuni lidi del nostro litorale, realizzati in anni dove la sensibilità ambientale era molto diversa da oggi,  è possibile pensare ad una graduale riduzione dell'impermeabilizzazione del suolo e ad un parallelo aumento delle aree verdi e rinaturalizzate ( es. dune e  aree retrodunali )

Riteniamo a tal fine utile compiere una ricognizione del patrimonio edilizio di scarsa qualità per il quale non siano convenienti operazioni di riqualificazione e sui quali non sia attuabile un efficientamento energetico.

In tal caso va studiata la possibilità di azioni mirate,  di demolizione del patrimonio edilizio vetusto e di scarsa qualità, e  di ricostruzione con modalità costruttive che consentano di ampliare gli spazi verdi con importante componente di nuove alberature e vegetazione arbustiva.  

VISIONE CORAGGIOSA  A LUNGO TERMINE

Nel contempo dobbiamo cominciare a studiare con il concorso delle nostre facolta' universitarie ( scienze ambientali, ingegneria civile, beni culturali ecc. )  uno sviluppo delle località costiere che sia in grado di far fronte alle previsioni di innalzamento del livello del mare, fenomeni di subsidenza e di ingressione del cuneo salino, valutando soluzioni tecnologiche ma anche ove possibile e se necessario un arretramento di alcune località nel medio-lungo periodo.

Riteniamo ad esempio opportuno studiare la progettazione di sistemi di protezione ambientale della costa e del territorio: favorire e consentire la ricostituzione dei cordoni dunosi lungo la fascia dell’arenile con la ricostruzione degli habitat ad essi connessi, organizzare gradualmente  l’attraversamento delle dune e la fruizione delle spiagge  attraverso percorsi su passerelle sopraelevate a tutela delle dune sulla base di prime esperienze già positivamente realizzate .

Interventi per la messa in sicurezza del territorio

Inoltre fin da oggi sono essenziali interventi programmati di manutenzione ordinaria e straordinaria e adeguamento dei fiumi ( in particolare previsione di adeguate aree per le casse di espansione) e del sistema delle bonifiche per il governo delle acque, per incrementare la disponibilità e qualità delle acque per gli usi plurimi necessari dagli usi idropotabili e civili, all’agricoltura alle zone naturali, al polo industriale. Vogliamo potenziare il lavoro di difesa della costa consapevoli degli scenari di innalzamento del livello del mare previsti per i prossimi anni.

Proponiamo di investire quote significative di risorse, a partire dal Recovery fund, per adeguare le opere di difesa del nostro territorio e salvaguardare le spiagge e le zone naturali.

Sono interventi essenziali per il territorio e per il nostro turismo  che possono consentire a tutto il settore delle costruzioni e dell’ingegneria naturalistica di rinascere e svilupparsi in termini nuovi,  e di offrire lavoro qualificato, stabile  e regolare insieme alla  riqualificazione energetica e sismica dell'edilizia civile.

Per far fonte ai lunghi periodi di siccità acqua vanno programmati interventi pubblici e privati sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico che concilino l' esigenza  di assicurare il deflusso minimo vitale dei fiumi con le esigenze idriche plurime in particolari agricole e quelle necessarie per il mantenimento delle zone umide di grande pregio naturalistico che caratterizzano il nostro territorio a cominciare dal complesso del fiume Lamone, Valle della canna, Punte Alberete, Chiaro del bardello ed ex valle delle vene, ambienti per i quali, dopo gli interventi urgenti già realizzati, vanno realizzati/completati gli interventi strutturali già di massima definiti e ampiamente condivisi.

7 Acqua bene comune

Massima dovra' essere nei prossimi 5 anni l'attenzione all'acqua in quanto bene comune essenziale al ciclo della vita.

Dovrà proseguire l'impegno per completare e migliorare i nostri sistemi depurativi delle acque, a partire dal completamento dell’area portuale, anche studiando le modalità per trattenere le microplastiche, al fine di tutelare i fiumi e il nostro mare Adriatico.

Per quanto riguarda gli usi idropotabili in Romagna esiste già una realtà avanzata con la proprietà e la gestione di tutte le fonti idropotabili da parte di Romagna acque Società delle Fonti, società interamente pubblica. Alla scadenza della affidamento della gestione del servizio idrico integrato andranno verificate tutte le possibilità per rafforzare il controllo e la gestione pubblica del ciclo idrico, anche tenendo conto degli esi    ti della referendum del 2011 che per noi Rimane punto di riferimento.

8 Difendere e ampliare le zone naturalistiche del Parco del Delta del Po e alzare la consapevolezza dell'importanza del verde e degli alberi in questa epoca

Pensiamo che il Comune debba lavorare, in collaborazione con il Parco del Delta del Po,  e con le associazioni ambientaliste per  elevare il grado di consapevolezza sull'importanza delle nostre zone naturalistiche specie in una fase in cui è vitale sia aumentare l' assorbimento della CO2 sia contrastare il grave impoverimento di biodiversità che interessa il pianeta.

In tale quadro l'intera comunità ravennate , con la collaborazione del Governo e della Regione, deve privilegiare  un'ottica di conservazione, implementazione programmata e valorizzazione attiva e sostenibile.

Un'ottica che puo' produrre tanto lavoro specie per i giovani laureati e diplomati e puo' offrire possibilità straordinarie per nuove forme di turismo sostenibile attento alla natura, al paesaggio, ai percorsi salutistici a piedi e in bicicletta, alla gastronomia tipica del territorio.

A tal fine le priorita' sono:

1) Tutelare le zone umide sia d' acqua salmastra che dolce con interventi strutturali volti a favorire una adeguata e corretta circolazione delle acque e con una costante manutenzione ordinaria e una vigilanza adeguata delle istituzioni e delle guardie ecologiche volontarie.

2 ) Ampliare, e assicurare una manutenzione costante delle nostre Pinete che costituiscono un importante patrimonio naturalistico, un segno distintivo del nostro Comune e che sono un luogo ideale per le attività sostenibili legate al tempo libero  e al turismo naturalistico.

3 ) Preservare e ampliare, anche nell'ambito della riqualificazione degli stradelli dei Lidi,  le zone dunali e retrodunali quali fattori di difesa del territorio e di conservazione di biodiversità.

4 ) Favorire nell'area del Parco una agricoltura  sempre piu' sostenibile e integrata con gli ambienti naturali anche promuovendo forme di agriturismo.

5 ) Studiare e realizzare una nuova connessione fisica tra le Stazioni a nord e a sud di Ravenna attraverso la piantumazione di decine di migliaia di nuove  essenze autoctone  in una vasta area dietro Punta Marina e Lido Adriano fino a Lido di Dante, con l’obiettivo di raddoppiare progressivamente l’estensione delle aree boschive sul nostro territorio e prevedendo al contempo al suo interno qualificati percorsi a piedi, bicicletta e a cavallo.

6 ) Contrastare con tutte le energie necessarie l'infiltrazione di associazioni malavitose che praticano in particolare la pesca illegale e di frodo depauperando il nostro patrimonio e penalizzando le forme di pesca regolari

7 ) Operare, con una vigilanza adeguata,  per il pieno rispetto delle regole in materia di caccia e di pesca, per assicurarne la sostenibilità nel pieno rispetto degli indirizzi europei in materia.

Per concretizzare tali obiettivi noi riteniamo utile che accanto ad una complessiva crescita di consapevolezza si accrescano le possibilità di investimento con Progetti qualificati capaci di attrarre le risorse dei Progetti europei e quelle straordinarie de Recovery Fund.

Condividiamo inoltre il recente ordine del giorno della maggioranza sulla necessità che il Parco del Delta dedichi maggiore attenzione alle esigenze dell'intero Parco compresa la parte Ravennate.

Riteniamo inoltre utile una piu' stretta collaborazione, sia sugli aspetti naturalisti che promozionali,  tra il Parco del Delta del Po e la macroarea romagnola su cui opera il  Parco regionale della vena dei Gessi romagnoli.

Altrettanto importante è l' ampliamento e la manutenzione delle aree di verde urbano pubbliche e private  in città, nel litorale e nel nostro forese anche prevedendo parchi urbani di significative dimensioni replicando le esperienze positive di alcuni Parchi recenti come il parco Baronio.

Ai tradizionali ruoli di queste aree per la qualità urbana, per migliorare la vita sociale delle persone a partire da bambini, adolescenti e anziani oggi, in epoca di cambiamenti climatici e di smog si aggiunge infatti il ruolo di elemento di mitigazione del microclima urbano e di riduzione delle “isole di calore”, di miglioramento della qualità dell'aria, di contributo attivo e preventivo  alla tutela della salute.

Il Comune può concorrere a questo obiettivo anche incentivando piantumazioni verticali e orizzontali private, utilizzando gli strumenti urbanistici a sua disposizione.

Per tale settore vanno dedicate piu' risorse finanziarie e umane e proponiamo che venga previsto per i prossimi 5 anni un obiettivo preciso e sfidante di ampliamento complessivo e di messa a dimora di  migliaia di nuove alberature per un ambizioso progetto di rimboschimento da attuarsi anno per anno.

9 Biodiversità, cultura animalista, benessere animale, nuova cultura alimentare sostenibile

Intendiamo lavorare come Ravenna Coraggiosa per estendere la consapevolezza che fra i problemi ambientali piu' seri del nostro tempo vi è quello di una forte e progressiva riduzione della biodiversità che impoverisce la vita sul Pianeta e puo' rappresentare una grave minaccia anche per il futuro del genere umano,

Per questo, pur essendo favorevoli a forme attente e  sostenibili di fruizione e di valorizzazione per un turismo verde e consapevole,  non dobbiamo mai dimenticare che lo scopo primario dei Parchi naturali è quello di tutelare e ampliare la biodiversità autoctona sia vegetale che animale, che nel Parco del Delta rappresenta un patrimonio davvero straordinario.

Al contempo con un' attività scientifica adeguata va ridotto progressivamente l'impiego di antiparassitari e anticrittogamici pericolosi per la biodiversità a partire da specie essenziali come le api.

Crediamo sia opportuno che cresca nella nostra comunità una moderna e scientifica  sensibilità animalista, di generale rispetto verso le altre specie viventi.

Ciò impone ad esempio un costante miglioramento dei regolamenti per  assicurare il  benessere animale e per limitare i grandi allevamenti intensivi che possono rappresentare un serio rischio anche per la salute di animali e uomini.

E richiede anche una attenzione nuova al tema di una alimentazione sempre piu' sostenibile.

Va sicuramente ridotto il consumo di carne e promossa una alimentazione che non favorisca l'obesità e il sovrappeso, per contenere l'impatto ambientale e migliorare la salute, va promossa una alimentazione tipica legata alla dieta mediterranea,, centrata su verdura e frutta e su prodotti di qualità e  a km. 0.  Sulla base delle positive e importanti esperienze realizzate da noi nelle scuole,  va posta grande attenzione al pieno rispetto ovunque, ad esempio nelle mense aziendali ma anche nei ristoranti privati, per chi sceglie  una alimentazione vegetariana o vegana, o una alimentazione conforme alle proprie convinzioni religiose o legata alle proprie esigenze di salute.

Va combattuto a fondo con decisione e mezzi efficaci  lo spreco alimentare, che ha ancora dimensioni inaccettabili. A tal fine vanno promossi studi e iniziative concrete  coinvolgendo l' università, gli  operatori economici, gli utenti,  le organizzazioni ambientaliste e le istituzioni e associazioni impegnate nella lotta alla povertà assoluta.

Vanno diffusi nelle scuole, nelle mense aziendali, nei quartieri e nei paesi gli erogatori di acqua pubblica per scoraggiare sempre piu' l'uso di acqua minerale. 

10 Il nostro si' al progetto di servizio civile ambientale la proposta delle “ magliette verdi “

Ravenna Coraggiosa esprime la propria convinta adesione al Progetto presentato dai Parlamentari del nuovo gruppo  ecologista FacciamoEco di istituire un servizio civile ambientale per i ragazzi e le ragazze  fino a 35 anni, un servizio retribuito e integrato da una robusta formazione indirizzata soprattutto  verso i settori della green economy  che potrebbe divenire un progetto forte da finanziare con le risorse del Recovery Plan in quanto pienamente coerente con la filosofia del Nest generation EU.   

Tale progetto è infatti di grande importanza per due aspetti: rafforzare gli interventi ambientali in una fase di indispensabile transizione ecologica coinvolgendo direttamente le giovani generazioni , ma anche promuovere nuove occasioni di lavoro qualificato e formazione per i giovani e le donne in un settore che offrirà in futuro importanti prospettive.

Auspicando che tale iniziativa produca una nuova legislazione nazionale per il servizio civile ambientale  riteniamo che   Ravenna, che si è resa già protagonista della positiva esperienza delle “ magliette gialle “ debba studiare la possibilità di istituire “ le magliette verdi “  una sperimentazione significativa che puo' produrre  effetti concreti e positivi per l' ambiente ravennate e rendere i giovani protagonisti da subito della transizione e della trasformazione ecologica.

11 Istituire anche presso il Comune di Ravenna un Assessorato alla transizione ecologica forte, autorevole, dotato di adeguate risorse economiche e umane

Come Ravenna Coraggiosa proponiamo l'istituzione di un Assessorato alla Transizione e alla trasformazione Ecologica forte, autorevole, dotato di risorse tecniche e finanziarie adeguate.

Da un lato vanno dunque ampliate le deleghe dell'attuale assessorato ambiente in conformità con quanto già deciso a livello nazionale specie nelle materie dell' energia e della mobilità sostenibile. Inoltre l' Assessorato alla transizione ecologica deve essere concepito come un assessorato trasversale che agisce di concerto con altri assessorati operativi ( es. Lavori pubblici, edilizia, patrimonio ecc. ) per assicurare una sempre maggiore sostenibilità ambientale ed energetica delle politiche pubbliche comunali in linea con quanto indicato del PAESC.  


Un patto per la transizione ecologica e la rivoluzione verde

Transizione-Ecologica-copia

La Regione Emilia-Romagna insieme a forze economiche, sociali e del mondo ambientalista  ha definito e sottoscritto il nuovo  PATTO PER IL LAVORO E PER IL CLIMA che mira in primo luogo  ad attuare una transizione ecologica in grado di contribuire a salvare il pianeta, come ci chiedono le nuove generazioni, ma anche di rinnovare profondamente la nostra economia, di rilanciare un’occupazione di qualità, di migliorare le nostre città e i nostri stili di vita.

Ora è necessario che tutti i territori a partire da Ravenna, diano un contributo del tutto nuovo per attuare quel Patto, riconvertendo gradualmente ma con determinazione il proprio sviluppo dalla produzione di energia, alla chimica, dalla riqualificazione degli edifici alla mobilità sostenibile.   

La nostra regione e la provincia di Ravenna  sono particolarmente esposte agli effetti dei cambiamenti climatici.

Occorre quindi puntare ad una progressiva decarbonizzazione della nostra economia a partire da oggi  per ridurre le emissioni del 55-60% entro il 2030 e per portare al 100% di energie rinnovabili entro il 2035, vogliamo un territorio piu' verde  piantando nei prossimi 10 anni un milione  di alberi per ridurre le emissioni di CO2 ed investire importanti risorse  sulla mobilità sostenibile.

Ravenna e l' Emilia-Romagna  hanno tutte le condizioni e tutto l'interesse per attuare con coraggio un Green New Deal, un piano di investimenti che accompagni la transizione ecologica necessaria: ci sono le risorse, c’è una tradizione di conoscenze tecniche e di innovazione importante e un consolidato dialogo tra tutte le parti sociali, con una parte del mondo produttivo e sindacale che già si stanno attrezzando ad affrontare questa sfida epocale.

Ravenna Coraggiosa, in continuità e a specificazione del programma di Emilia-Romagna Coraggiosa, propone pertanto di intervenire con urgenza su queste linee:

1 Un impegno straordinario contro l'inquinamento

Il recente pronunciamento della Corte di Giustizia UE, secondo cui l’Italia ha violato la direttiva europea sulla qualità dell’aria, chiude il primo ciclo di un procedimento per inadempimento avviato dalla Commissione UE nei confronti dell’Italia nel 2014: quella contestata all’Italia è una violazione reiterata dei limiti massimi consentiti per i PM 10 e ossidi di azoto in diverse aree del territorio nazionale, e particolarmente in pianura Padana . Il nostro Paese è malato cronico d’inquinamento atmosferico, a cui sono riconducibili, secondo diversi studi scientifici, la diffusione di malattie respiratorie e  anche migliaia di morti premature ogni anno. Gli studi più recenti sulla diffusione e pervasività del virus Covid ipotizzano un legame, in corso di approfondimento scientifico, tra la diffusione delle polveri sottili e la maggior “violenza” dell’aggressività del virus in determinate zone. Inoltre l'inquinamento del suolo e delle acque è molto elevato, soprattutto nella Pianura Padana.  E’ allora necessario impiegare le risorse del programma Next Generation EU in progetti che vadano nella direzione della riduzione dello smog e dell'inquinamento del suolo e delle acque. E’ indispensabile che i finanziamenti del Recovery Fund siano eminentemente utilizzati per rendere il Paese più vivibile e ambientalmente sostenibile, riducendo le emissioni in atmosfera e nelle acque dei settori maggiormente responsabili: trasporti, industria, edilizia e agricoltura. E investendo maggiormente sull’efficientamento energetico, il contenimento dei consumi energetici e un deciso sviluppo delle energie rinnovabili. L’Italia, e Ravenna in particolare, deve spendersi per essere a pieno titolo nel progetto dell’UE che mira a fare dell’Europa il primo continente a impatto climatico zero. Al candidato sindaco del centrosinistra , chiederemo per i prossimi 5 anni, un rafforzato impegno in questa direzione: tutta la pianificazione comunale e tutte le scelte quotidiane dei prossimi 5 anni devono essere improntate alla tutela dell’ambiente, alla riduzione delle emissioni in aria e nelle acque e al miglioramento della qualità dell’aria : una scelta che protegge anche la salute dei cittadini.

2 Una nuova economia green per Ravenna

L' economia ravennate ha bisogno di una fase di forte innovazione sia per ragioni di competitività economica in una fase di grandi cambiamenti a livello internazionale ma soprattutto per attuare realmente un processo di transizione e di riconversione ecologica del nostro sviluppo.

Noi intendiamo lavorare seriamente mettendo in campo accordi e patti ma anche incentivi e disincentivi e infrastrutture adeguate per favorire in ogni campo la graduale trasformazione di tutti i settori nella direzione della green economy,

Bisogna puntare innanzitutto alla crescita di piccole e medie imprese private e cooperative  nei settori dell'agricoltura biologica e sostenibile, della forestazione,   del   settore agroalimentare sempre piu' legato a produzioni tipiche, di eccellenza e amiche della salute e del benessere animale, dell'economia circolare, delle energie rinnovabili, delle tecnologie pulite, della salute, della mobilità sostenibile, del turismo verde in grado di attrarre un nuovo turismo nazionale e internazionale sempre piu' attento alla natura quale fattore essenziale di benessere , dell'architettura ed edilizia sostenibile e verde.      

Le imprese che già operano in questi settori vanno sostenute e fatte conoscere e altre ne debbono crescere, anche mediante Start UP per produrre lavoro qualificato, anche mediante nuovi Patti che coinvolgano oltre alle istituzioni e forze economiche e sociali, da un lato il mondo dell'Università e della Ricerca e dall'altro il settore bancario che deve modificare la propria ottica di investimento e collocazione delle risorse a favore di uno sviluppo duraturo e davvero innovativo. 

3 Un nuovo modo di produrre energia e chimica a Ravenna: promuovere  un vero processo di  transizione ecologica.

I prossimi 10 anni saranno decisivi per concretizzare anche a Ravenna la necessaria trasformazione energetica, per ridurre  le emissioni almeno del 55% come concordato nella UE ( e possibilmente al 60% ) e  per puntare decisamente su risparmio energetico,   e  energie rinnovabili con l'obiettivo di uscire dalle energie fossili fin dal 2035 come indicato nel nuovo Patto Regionale.

Sul piano nazionale lavoreremo per il taglio dei sussidi dannosi per l’ambiente, spostandoli su innovazione, efficienza e energie pulite.

L’Ingegner Alex Sorokin – esperto di questioni energetiche internazionali, ospite del nostro primo incontro web  – ha lasciato alla nostra città una suggestione che apre una prospettiva di sviluppo occupazionale ed economica nel segno della transizione ecologica. Ha passato in rassegna la situazione europea ed italiana della produzione di energia elettrica ed ha indicato chiaramente come ci sia spazio per Ravenna e la sua tradizione produttiva nello scenario che si può aprire, che si deve aprire.

La necessità di superare la produzione di energia da fonti fossili per attenuare i cambiamenti climatici e arrivare in tempi rapidi alle fonti rinnovabili  come proposto dal PAESC, richiede oltre al miglioramento dell'efficienza energetica in molti campi e all'incremento degli impianti di  fotovoltaico  e  biometano,  di giungere alla produzione di energia eolica anche nel nostro mare Adriatico e nel Mediterraneo . Davanti alle coste ravennati è già stato lanciato il progetto AGNES da, che può diventare un bel prototipo della nuova modalità di produzione dell’energia elettrica: ma i numeri e gli esempi del nord Europa incoraggiano ancora di più ad allargare l’orizzonte fornendo alle aziende ravennati, leader nella cantieristica offshore, una solida prospettiva.

Un MW prodotto da fonte eolica offshore produce 3 posti di lavoro e i denari ora impiagati per importare energia dall’estero diventerebbero soldi impiegati per pagare manodopera, lavoro.  Se il Piano nazionale mirasse ai 30.000 MW di parchi eolici necessari e possibili, si tratterebbe di centinaia di migliaia di tonnellate di acciaio e altri materiali, che possiamo produrre in Italia,   tra componenti effettivi e quelli da attrezzare per resistere alle onde e agli agenti meteomarini . Ravenna ha il porto, ha un terminal per l’acciaio, ha un settore off-shore unico in Italia e ha il saper fare.

Ravenna deve chiedere al governo scelte di politica energetica nazionale coraggiose e deve farsi trovare pronta ad esserne capace interprete.

Se in quest’ottica OMC–Med Energy Conference vuole configurarsi nell’ambito del Mediterraneo come un luogo di confronto e dialogo in cui stimolare l’attenzione e la consapevolezza sulle priorità del dibattito energetico, come dichiarato dalla  può essere davvero un’occasione importante.

Ravenna Coraggiosa ha registrato con  soddisfazione l’annuncio della conferma di OMC a Ravenna e  del nuovo nome della manifestazione, Med Energy Conference che annuncia un’edizione, come sottolineato dagli organizzatori, che si concentrerà sui temi della transizione verso la decarbonizzazione del sistema energetico e della trasformazione che il settore sta mettendo in campo per continuare a creare valore nel lungo termine.

Il nostro auspicio è dunque che il progetto Agnes possa svilupparsi evitando che resistenze burocratiche o peggio ancora politiche lo frenino.  Naturalmente i progetti definitivi dovranno essere sottoposti a rigorosa e partecipata valutazione di impatto ambientale e dovrà  essere prevista una collocazione delle pale a una  distanza dalla costa adeguata per non compromettere il paesaggio e per non creare contraddizioni con il settore turistico balneare strategico per l' area romagnola.

E noi auspichiamo   che oltre alle società piccole e medie orientate al green e al mondo della cooperazione,  anche società nazionali di grandissimo rilievo come Eni ed Enel, presenti da decenni ,  a Ravenna e che si sono dimostrate sensibili negli anni a temi importanti quali il bilancio sociale, la sicurezza del lavoro, la regolarità dei  contratti aziendali, il graduale miglioramento degli impatti ambientali,    contribuiscano allo sviluppo del progetto Agnes, dando un segno concreto e tangibile della volontà di contribuire a una fase nuova per il nostro polo chimico energetico, una realtà importante ma ancora troppo sbilanciato sull'economia lineare e  sull'impiego  fonti energetiche  fossili.

Questa sarebbe una scelta lungimirante sia per migliorare gli apetti ambientali e climatici sia per lo stesso futuro economico anche in considerazione delle strategie internazionali a tutela del clima e della sempre maggiore competitività delle energie rinnovabili.

A tal proposito altrettanto interessanti possono essere per Ravenna le potenzialità del fotovoltaico galleggiante, dell'idrogeno pulito prodotto da energie rinnovabili e della produzione di energia da correnti marine e moto ondoso per le quali l' Eni ha avviato una interessante sperimentazione.

Dunque il Comune di Ravenna, la Regione, il Governo, in coerenza con quanto previsto dalle strategie del  Next Generation EU debbono proporre    a ENI ed ENEL un nuovo Patto per promuovere un' economia nuova coerente con gli obiettivi europei per la sostenibilità ambientale e  il clima che preveda tappe precise per l'uscita dalle fossili, per ridurre l'impatto ambientale sul territorio  e per favorire davvero la transizione.

E' ora anche a Ravenna di promuovere investimenti concreti per una Chimica Verde,  per l'idrogeno pulito, per estendere l'impiego delle energie rinnovabili anche ai settori industriali.

A fronte di una scelta netta e nuova in tale direzione, noi siamo consapevoli che la transizione  richiederà una fase di governo e di progressiva riconversione delle attuali modalità di produzione di energia ancora importanti a Ravenna e centrate sul ruolo del metano.

Per gli impianti di estrazione attivi in generale, nell'ambito del nuovo Piano Energetico nazionale sostenibile,  è comunque importante il mantenimento della presenza dell' ENI e vanno previsti importanti investimenti per  la manutenzione ordinaria e straordinaria delle piattaforme per  il pieno utilizzo dei giacimenti esistenti, per la corretta dismissione delle piattaforme non piu' in uso ( decommissioning ) al fine di offrire prospettive di lavoro all'industria off shore e    nel rispetto delle norme sugli impatti ambientali, sulla sicurezza del lavoro, sul recupero di materia dopo le necessarie bonifiche ovunque possibile.

Nel contempo ribadiamo la richiesta della chiusura anticipata del punto di estrazione  “Angela e Angelina” per la sua vicinanza alla costa e i suoi effetti negativi sulla subsidenza ed erosione costiera nell’area molto fragile di Lido di Dante, Lido Adriano e foce Bevano.

Rispetto alla ipotesi apparsa sugli organi di informazione di un progetto ENI per un deposito  di sequestro della CO2, ferma restando la difficoltà  di valutare un progetto che non ha precedenti in Europa e per il quale per ora conosciamo  solo le ipotesi assai parziali apparse sui giornali,  esprimiamo la preoccupazione che   tale soluzione piu' che essere un contributo alla transizione  rischi di essere   un impianto, comunque molto costoso e con  effetti incerti sull'occupazione, finalizzato a tenere in vita la, ormai vecchia,  economia lineare e basata sulle fonti fossili  e   che produrrebbe comunque un “ rifiuto” ( la Co2 )   stoccato nel sottosuolo in giacimenti ormai esauriti di metano per i secoli a venire con tutte le incognite, che tali depositi, specie se permanenti, potrebbero determinare.

La nostra non è una pregiudiziale assoluta verso ogni tecnica di sequestro. Sappiamo ad esempio  che ENI sta facendo ricerche interessanti su altre modalità di sequestro della Co2 con alghe e altre   essenze vegetali per assorbire la CO2 e usarla per   produrre ad esempio biocombustibili o biomateriali ( che potrebbero essere propedeutici anche ad una nuova chimica non piu' da petrolio ) che, almeno in termini di sperimentali, potrebbero essere  piu' compatibili, in una fase transitoria,  con l'obiettivo di una  economia circolare e green.

Siamo dell'idea che qualora, nonostante le nostre riserve di principio e quelle espresse piu' volte  da tutto il  mondo ambientalista ,  venisse comunque presentato da ENI presentato un  progetto di sequestro della CO2, esso debba  essere sottoposto a una accurata analisi di VIA, particolarmente attenta agli aspetti di sicurezza, di sostenibilità complessiva, al tema se è previsto o meno un riutilizzo  della CO2 e per quali finalità, ad un approfondimento se tale progetto sia volto a ridurre, nella transizione, le emissioni del polo chimico ed energetico dell'area ravennate o intenda trattare emissioni di un' area piu' vasta,  al rapporto costi-benefici ( anche occupazionali ) anche in relazione a progetti alternativi  in una fase di crescente competitività delle fonti rinnovabili e che debba essere valutata e  giudicata dalla nostra comunità attraverso un procedimento trasparente e partecipato. 

Ma , lo ribadiamo,  al di là del singolo impianto che pure andrà valutato,  va aperto un confronto serrato con l'ENI e con il Governo nazionale per una strategia del tutto nuova che punti a una riconversione economica  nella direzione della sostenibilità ambientale e di una vera transizione e riconversione ecologica, da attuarsi con ingenti investimenti nell’efficienza energetica, nelle energie rinnovabili, nella chimica verde,  nelle azioni cardine dell'economia circolare e della green economy.

In quest'ambito auspichiamo un contributo davvero importante da parte delle aziende del settore energetico e chimico fino a che non elimineranno l'impiego delle fonti fossili, a  quelle soluzioni basate sulla natura per il sequestro della CO2, come la protezione, il ripristino e l' allargamento di foreste, delle zone umide e degli altri ecosistemi. Sono queste azioni di reale contrasto ai cambiamenti climatici  che si devono sostanziare in interventi di rinaturalizzazione  in aree che il Comune deve indicare in un ambizioso progetto di rimboschimento e stoccaggio naturale del carbonio  e di miglioramento della qualità del verde e della nostra vita quotidiana.

Per la produzione di energia elettrica, le battaglie del passato che hanno impedito a Ravenna  la realizzazione di una centrale a carbone altamente inquinante  ci consentono oggi di avere impianti a turbogas  che, in questa fase di transizione, hanno ancora una prospettiva di vita, che debbono funzionare pienamente, in sicurezza migliorando costantemente la compatibilità ambientale, riducendo le emissioni, anche di CO2,  rinnovando il turnover dei lavoratori e che possono consentire, integrate con una robusta crescita delle energie rinnovabili, la chiusura in tempi strettissimi in Italia di assurde e inquinanti centrali a carbone ancora in funzione.

E' comunque necessario che anche ENEL a Ravenna diversifichi già nel corso dei prossimi 5 anni la propria produzione con la previsione di impianti significativi e diffusi, nell'industria e negli edifici pubblici e privati,  ad energia rinnovabile  a partire dal fotovoltaico e dall' eolico off shore, economicamente sempre piu' convenienti e integrabili con forme di accumulo che ne garantiscano la continuità e un diano un contributo percentualmente  sempre piu' elevato alla produzione di energia elettrica, fino a raggiungere il 100% entro il 2035.

4 Per un nuovo modo di abitare  

Le code dei vecchi strumenti urbanistici hanno fatto emergere pesanti contraddizioni: ancora troppo uso del suolo e spesso per finalità obiettivamente non essenziali per la comunità. 

Con il nuovo PUG bisognerà cambiare completamente impostazione nel rispetto della logica del consumo di suolo zero, della rigenerazione urbana, della restituzione di suolo mediante la diminuzione della impermeabilizzazione del territorio (a partire dal progetto per la Darsena di città  ), della riqualificazione energetica, ambientale e sismica di tutti gli edifici  pubblici e privati (anche prevedendo, ove necessario,  interventi di demolizione e ricostruzione di alta qualità ambientale ed energetica, senza ampliamento delle cubature preesistenti e  con restituzione netta di suolo per il estendere il verde pubblico e privato ).

Tutta la pianificazione comunale a partire dal nuovo PUC  e tutte le scelte quotidiane dei prossimi 5 anni devono essere improntate alla tutela dell’ambiente, al miglioramento della qualità dell’aria e delle acque: una scelta che protegge anche la salute dei cittadini e contrasta i cambiamenti climatici .

E' possibile a tal fine migliorare i Regolamenti comunali prevedendo standard ancora piu' avanzati per nuove abitazioni e per le  ristrutturazioni ( puntando a edifici in  classe A o passivi ),  ma è anche sul patrimonio esistente  che serve un vero salto di qualità nell'efficienza energetica, nell'impiego di fonti rinnovabili nella rimozione dell'eternit, nell'adozione delle moderne tecnologie antisismiche.

A tal fine avanziamo avanziamo 5 proposte concrete:

1) Costruiamo subito un Patto tra amministrazioni, associazioni imprenditoriali, sindacati dei lavoratori, sistema del credito per valorizzare l'occasione straordinaria del super bonus del 110% per riqualificazione energetica e sismica e per il contenimento dei consumi di energia   (la cui validità va prorogata almeno al 2023 ed estesa anche alle strutture ricettive turistiche,  insieme ad altre agevolazioni socialmente utili e motivate nel campo dell'edilizia, dell'efficienza energetica, della sicurezza antisismica. Vanno inoltre introdotte semplificazioni che ne facilitino l'utilizzo specie nelle realtà condominiali superando gli attuali dubbi interpretativi  ). Si promuovano incontri (virtuali e reali) di orientamento per i cittadini, gli amministratori di condominio e le imprese per spiegare le opportunità e i vantaggi individuali, sociali e ambientali. Si chieda agli istituti di credito un impegno per effettuare gli interventi senza costi diretti per i cittadini.

  • Come da indicazioni del PAESC si predisponga un piano decennale per l’efficientamento e l'impiego delle energie rinnovabili negli edifici di proprietà pubblica, abitazioni di edilizia popolare di ACER , scuole, uffici, musei, sedi culturali, le strutture sanitarie, nella illuminazione pubblica ecc. e lo si attui con risorse adeguate anno per anno, predisponendo progetti per il Recovery Fund e chiedendo un concorso serio da parte degli istituti di credito. Inoltre è opportuno che le amministrazioni pubbliche per i propri consumi energetici richiedano, con specifici bandi,  che derivino al 100% da energie rinnovabili certificate.
  • Tutte  Utilities energetiche, seguendo il positivo esempio delle esperienze già attive,   debbono modificare la propria strategia energetica proponendo agli utenti soluzioni che impieghino tecnologie e soluzioni innovative, oggi esistenti e competitive, e che impieghino energie rinnovabili e pulite.
  • In particolare riteniamo che gli Enti Locali debbono chiedere unitariamente  di cambiare e diversificare la politica energetica  di HERA, affinchè divenga gradualmente un importante produttore di energia che impiega effettivamente al 100% energie rinnovabili certificate. Questo non solo per una necessaria coerenza con il Patto regionale per il lavoro  e per il clima e con il nuovo PAESC ma anche per evitare il rischio di un progressivo spiazzamento economico di questa società partecipata.  
  • Studiare attentamente le esperienze italiane ed europee piu' avanzate  per   avviare e promuovere anche a Ravenna esperienze significative  di comunità energetiche diffuse, impiegando la nuova normativa in materia, approvata recentemente e coinvolgendo attivamente le comunità.

4 Per una mobilità moderna: efficiente e verde

L’altro settore centrale per la trasformazione ecologica  è quello della mobilità di passeggeri e merci

L' assetto attuale centrato su navi e automezzi che funzionano con carburanti fossili inquinanti e climalteranti va radicalmente cambiato a partire dal decennio 2021-2030.

Nel concreto proponiamo per i prossimi 10 anni:

1)In parallelo alla realizzazione delle opere di ammodernamento del porto occorre lavorare  alla sua auspicabile  trasformazione verso un moderno “ Green Port “ prevedendo progetti qualificati da presentare anche per le risorse del Recovery Fund e  investimenti ingenti per il completamento della depurazione delle acque, per la realizzazione di un moderno impianto di soil watching volto a recuperare le sabbie di  dragaggio, per l' elettrificazione delle banchine, per l'impiego delle energie rinnovabili, e della mobilità elettrica. Tali indicazioni valgono a maggior ragione anche per il progetto relativo al nuovo Terminal Crociere affinchè possa essere realmente sostenibile. In tale ambito    va rafforzato per Ravenna il sistema ferroviario per le merci con infrastrutture, in destra e sinistra canale e incentivi adeguati.

Per i passeggeri nei prossimi 5 anni vanno concretizzati gli obiettivi di potenziamento dei collegamenti ferroviari con Bologna e Ferrara e va realizzato compiutamente il sistema veloce costiero al fine di servire pendolari e turisti e connettere anche Ravenna al sistema nazionale dell'alta velocità.     

2) In tutta la città si favorisca la mobilità pedonale e ciclabile (per casa scuola, casa lavoro e accesso al centro turistico-commerciale) con percorsi estesi, segnalati, ben progettati e sicuri secondo quanto previsto dal PUMS integrato con le recenti proposte avanzate da FIAB. Si prevedano progetti e investimenti condivisi e si valorizzi il Tavolo tecnico con le associazioni del settore, per il rimagliamento delle ciclabili in città,  i collegamenti quotidiani dalle frazioni attorno a Ravenna che lo sviluppo delle e-bike rendono assolutamente realistici, con le località del mare e le aree di interesse naturalistico e turistico  a partire dalla realizzazione già nel 2021 del collegamento Ravenna- Bassette-Porto Corsini e Lidi Nord ( parte della ciclovia Adriatica ) , dal completamento e illuminazione della ciclabile strategica tra Ravenna-Punta Marina e Marina di Ravenna, dalla realizzazione di un percorso ciclabile idoneo da Ravenna a Fosso Ghiaia fino a Mirabilandia e a Savio.

Nel mandato amministrativo 2021-2026 si deve anche puntare a obiettivi  ambiziosi quale il collegamento ciclabile Ravenna-Bologna d'intesa con l' area metropolitana bolognese.

Per concretizzare tale obiettivo occorre prevedere nei prossimi 5 anni un investimento  di almeno  10 milioni di euro.

3 ) Si rafforzi e ammoderni il trasporto pubblico urbano studiando la possibilità di servire con la Ferrovia o con un trasporto in sede propria zone come Classe, S. Michele, Mezzano o Porto Corsini ( per servire in termini efficienti e sostenibili  il terminal Crociere ) prevedendo ampi parcheggi scambiatori attrezzati dotati di colonnine di ricarica elettrica per auto e e-bike e di bike sharing . Si estendano i servizi di “TPL a chiamata” in tutto il forese. L’assegnazione di fondi statali per bus elettrici e/o ad idrogeno offre la possibilità di migliorare i collegamenti esistenti e di realizzare  nuovi collegamenti a emissioni zero al servizio del centro storico, dei quartieri urbani e dei nostri lidi.

4 ) Si favorisca concretamente il passaggio alla mobilità elettrica per le auto e per i mezzi finalizzati alla logistica in area urbana e nei lidi. Tutte le nuove auto comunali siano a motore elettrico. Si incentivi la scelta della trazione elettrica anche da parte dei Taxi.  Si definisca un “piano per la collocazione di colonnine di ricarica” in tutto il territorio comunale con particolare riferimento ai punti strategici: aree industriali, centri commerciali, hotel, ristoranti, servizi pubblici, stazioni di rifornimento . Vanno incentivati gli interventi di installazione di colonnine o prese idonee nei posti auto da parte di privati. Vanno studiate soluzioni attraverso la proprietà condivisa e il noleggio a lungo termine per rendere possibile il passaggio a auto a basso impatto per i cittadini delle fasce di reddito medio-basse contrastando le disuguaglianze anche in questo settore. Per la logistica urbana vanno definiti accordi con le associazioni di categoria  per una graduale trasformazione dei mezzi impiegati verso l'obiettivo delle emissioni zero.

5 Dalla tradizionale gestione dei rifiuti a  una vera economia circolare:

Noi condividiamo la strategia europea delle 3 R in materia di rifiuti volta a ridurre, riutilizzare e riciclare i rifiuti per una vera economia circolare presupposto fondamentale di sostenibilità ambientale economica e sociale dello sviluppo futuro.

La Regione Emilia-Romagna  ha compiuto in questi anni passi in questa direzione  pur restando per ora in un quadro ancora troppo centrato sugli impianti tradizionali di termovalorizzazione con un parziale recupero energetico   e sulle discariche sempre piu' difficili da collocare sul  territorio regionale e comunque ad elevato impatto ambientale e climatico.

Proponiamo quindi:

1) Un impegno del tutto nuovo del settore industriale tenendo conto che oggi i rifiuti speciali sono 5 volte i rifiuti solidi urbani. Il tema della circolarità del ciclo produttivo o di distretto, debbono divenire vere priorità. Si devono raggiungere quote importanti di recupero di materie seconde con processi  di trasformazione finalizzati all' end off waste. Servono impianti specializzati per queste operazioni di recupero. Una volta predisposto il progetto esecutivo nell'ambito delle procedure di valutazione di impatto ambientale, che noi abbiamo chiesto sia un processo partecipato e approfondito, cercheremo di capire se il nuovo impianto previsto a Ponticelle possa rappresentare un serio passo  in questa direzione.

2)  Il piano regionale sui rifiuti non prevede per Ravenna  nuove discariche e nuovi termovalorizzatori, dopo la chiusura del vecchio termovalorizzatore in Via Romea Nord. Noi concordiamo con tale orientamento e di conseguenza chiediamo di spingere sul “porta a porta” e sul passaggio alla tariffazione puntuale per raggiungere entro il 2026 l'obiettivo dell'80% di raccolta differenziata  e chiedere a Hera in collaborazione con i vari Consorzi di recupero  dei materiali,   di contribuire a localizzare impianti di recupero e riciclaggio di materia  a cominciare dal consolidamento delle esperienze sul compost, ma spingendo ad esempio sulla filiera della plastica, o sul riciclaggio delle pile e batterie  usate o dei pannelli fotovoltaici.

Bisogna inoltre lavorare per ridurre a monte la quantità di rifiuti prodotti lavorando  sulla riduzione, il riutilizzo e la riciclabilità degli imballaggi, sulla progressiva riduzione dell'utilizzo di acque minerali in bottiglie di plastica, sulla rapida eliminazione ovunque delle plastiche usa e getta ormai facilmente sostituibili  con enormi vantaggi per la tutela del nostro mare e delle spiagge.

Questi per funzionare debbono divenire veri e propri obiettivi di comunità praticati nelle scuole e condivisi con i cittadini che debbono divenire i veri protagonisti di questa realizzazione e del controllo sugli standard di qualità e per limitare abusi e trasgressioni.

3 ) L' area della Discarica di Via Romea nord una volta esaurita e messa pienamente in sicurezza secondo le nuove normative in materia e recuperando biogas e biometano, deve essere riqualificata dal punto di vista ambientale sia estendendo le piantumazioni di alberi e arbusti autoctoni, sia prevedendo l'inserimento ove possibile e opportuno di impianti fotovoltaici per produrre energia pulita.  

6 Elevare il grado di Resilienza investendo sulla messa in sicurezza del nostro territorio. Una vera fucina di nuovo lavoro.

Siamo ben consapevoli che di fronte ai cambiamenti climatici già in atto, mentre riduciamo le emissioni di gas serra, dobbiamo al contempo rafforzare le politiche  per consentire di adattarci meglio ai cambiamenti climatici che comunque avremo nel corso di questo secolo.

E questo anche a Ravenna, un territorio splendido dal punto di vista ambientale ma con elementi di fragilità e dove i cambiamenti climatici stanno rendendo piu' difficile la vita nella città nel periodo estivo, stanno accentuando l'erosione costiera e l'ingressione marina, lunghi periodi di siccità e provocando improvvisamente fenomeni estremi (piogge torrenziali, esondazioni e allagamenti )  potenzialmente disastrosi.   

Per  una città più resiliente.

Uno degli obiettivi prioritari è l’aumento della resilienza della città rispetto ai cambiamenti climatici che già contraddistinguono la nostra epoca e rischiano di aggravarsi nel futuro.

Per aumentare la resilienza in ambito urbano è necessario realizzare con i nuovi strumenti urbanistici dei veri e propri eco-quartieri realizzati secondo i criteri dello sviluppo sostenibile, dell'efficienza energetica e della qualità della vita sociale ( risparmio energetico, energie verdi, mobilità a emissioni zero, riuso dell'acqua, tetti verdi, uso di materiali sostenibili, ampi spazi verdi e di comunità  ecc )   e  ridurre in maniera significativa l’impermeabilizzazione del suolo.

Attualmente la presenza di asfalto, cemento e altre pavimentazioni rendono il suolo quasi completamente “sigillato”, la conseguenza è che le acque piovane (fenomeni sempre più rari nel tempo e di intensità sempre più violenta) sono convogliate velocemente in fognatura, mettendo a rischio la tenuta del sistema di raccolta non sempre adeguato ed impedendo alle acque di penetrare nel terreno e rendendo di fatto impossibile ricaricare la falda sottostante.

Il suolo ricoperto di asfalto e cemento contribuisce all’isola di calore in ambito urbano.

Indispensabile individuare ambiti dove sia possibile fare “de-sealing” ossia “de-sigillazione” del suolo, rendendo il terreno permeabile alle acque piovane, dove possibile sarebbe inoltre ottimale “rigenerare” il suolo prevedendo superfici a prato o vegetazione coprisuolo (arbusti molto bassi), che possono contribuire in maniera importante alla riduzione dell’isola di calore.

Nelle situazioni in cui è indispensabile mantenere la pavimentazione come ad esempio nei parcheggi, nei marciapiedi, nei percorsi ciclabili, si preveda la sostituzione di asfalto e cemento con materiali drenanti che garantiscono alte prestazioni pur consentendo il drenaggio delle acque verso il suolo sottostante, come ad esempio cemento drenante o ghiaia solidificata drenante.

Incentivare l’utilizzo di materiali ad alto coefficiente di albedo, cioè in grado di riflettere la luce del sole, limitarne l’assorbimento e quindi contribuire al miglioramento del microclima urbano.

Effettuare interventi di “de-sealing” in tutte le aree di proprietà pubblica, sensibilizzare i cittadini e prevedere incentivi mirati ai soggetti privati per favorire interventi di “de-sealing” ad esempio nelle aree comuni condominiali: aree a parcheggio e altre pertinenze degli edifici privati.

Interventi localizzati nelle aree private se diffuse in tutta la città possono contribuire ad un cambiamento rilevante.

Aumento delle alberature in ambito urbano: trasformare tutti i parcheggi in parcheggi alberati e prevedere nuove alberature soprattutto lungo i percorsi ciclo-pedonali; concepire un’infrastruttura verde continua, fare scelte di specie arboree idonee e obbligo di impianto di irrigazione per i primi 3 anni per ottenere i massimi benefici.

L’aumento delle superfici verdi, delle alberature e delle superfici permeabili migliora il microclima e può contribuire alla riduzione dell’isola di calore estiva e migliorare la vivibilità della città in tutte le stagioni.

Per una costa più resiliente

Anche le nostre località turistiche costiere debbono concorrere a un graduale ma profondo cambiamento. Il primo obiettivo concreto è la “solarizzazione” della riviera romagnola con un esteso impiego di fotovoltaico e di solare termico e con lo sviluppo delle scelte fondamenti per rendere in dieci anni la mobilità a emissioni zero

Inoltre in alcuni lidi del nostro litorale, realizzati in anni dove la sensibilità ambientale era molto diversa da oggi,  è possibile pensare ad una graduale riduzione dell'impermeabilizzazione del suolo e ad un parallelo aumento delle aree verdi e rinaturalizzate ( es. dune e  aree retrodunali )

Riteniamo a tal fine utile compiere una ricognizione del patrimonio edilizio di scarsa qualità per il quale non siano convenienti operazioni di riqualificazione e sui quali non sia attuabile un efficientamento energetico.

In tal caso va studiata la possibilità di azioni mirate,  di demolizione del patrimonio edilizio vetusto e di scarsa qualità, e  di ricostruzione con modalità costruttive che consentano di ampliare gli spazi verdi con importante componente di nuove alberature e vegetazione arbustiva.  

VISIONE CORAGGIOSA  A LUNGO TERMINE

Nel contempo dobbiamo cominciare a studiare con il concorso delle nostre facolta' universitarie ( scienze ambientali, ingegneria civile, beni culturali ecc. )  uno sviluppo delle località costiere che sia in grado di far fronte alle previsioni di innalzamento del livello del mare, fenomeni di subsidenza e di ingressione del cuneo salino, valutando soluzioni tecnologiche ma anche ove possibile e se necessario un arretramento di alcune località nel medio-lungo periodo.

Riteniamo ad esempio opportuno studiare la progettazione di sistemi di protezione ambientale della costa e del territorio: favorire e consentire la ricostituzione dei cordoni dunosi lungo la fascia dell’arenile con la ricostruzione degli habitat ad essi connessi, organizzare gradualmente  l’attraversamento delle dune e la fruizione delle spiagge  attraverso percorsi su passerelle sopraelevate a tutela delle dune sulla base di prime esperienze già positivamente realizzate .

Interventi per la messa in sicurezza del territorio

Inoltre fin da oggi sono essenziali interventi programmati di manutenzione ordinaria e straordinaria e adeguamento dei fiumi ( in particolare previsione di adeguate aree per le casse di espansione) e del sistema delle bonifiche per il governo delle acque, per incrementare la disponibilità e qualità delle acque per gli usi plurimi necessari dagli usi idropotabili e civili, all’agricoltura alle zone naturali, al polo industriale. Vogliamo potenziare il lavoro di difesa della costa consapevoli degli scenari di innalzamento del livello del mare previsti per i prossimi anni.

Proponiamo di investire quote significative di risorse, a partire dal Recovery fund, per adeguare le opere di difesa del nostro territorio e salvaguardare le spiagge e le zone naturali.

Sono interventi essenziali per il territorio e per il nostro turismo  che possono consentire a tutto il settore delle costruzioni e dell’ingegneria naturalistica di rinascere e svilupparsi in termini nuovi,  e di offrire lavoro qualificato, stabile  e regolare insieme alla  riqualificazione energetica e sismica dell'edilizia civile.

Per far fonte ai lunghi periodi di siccità acqua vanno programmati interventi pubblici e privati sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico che concilino l' esigenza  di assicurare il deflusso minimo vitale dei fiumi con le esigenze idriche plurime in particolari agricole e quelle necessarie per il mantenimento delle zone umide di grande pregio naturalistico che caratterizzano il nostro territorio a cominciare dal complesso del fiume Lamone, Valle della canna, Punte Alberete, Chiaro del bardello ed ex valle delle vene, ambienti per i quali, dopo gli interventi urgenti già realizzati, vanno realizzati/completati gli interventi strutturali già di massima definiti e ampiamente condivisi.

7 Acqua bene comune

Massima dovra' essere nei prossimi 5 anni l'attenzione all'acqua in quanto bene comune essenziale al ciclo della vita.

Dovrà proseguire l'impegno per completare e migliorare i nostri sistemi depurativi delle acque, a partire dal completamento dell’area portuale, anche studiando le modalità per trattenere le microplastiche, al fine di tutelare i fiumi e il nostro mare Adriatico.

Per quanto riguarda gli usi idropotabili in Romagna esiste già una realtà avanzata con la proprietà e la gestione di tutte le fonti idropotabili da parte di Romagna acque Società delle Fonti, società interamente pubblica. Alla scadenza della affidamento della gestione del servizio idrico integrato andranno verificate tutte le possibilità per rafforzare il controllo e la gestione pubblica del ciclo idrico, anche tenendo conto degli esi    ti della referendum del 2011 che per noi Rimane punto di riferimento.

8 Difendere e ampliare le zone naturalistiche del Parco del Delta del Po e alzare la consapevolezza dell'importanza del verde e degli alberi in questa epoca

Pensiamo che il Comune debba lavorare, in collaborazione con il Parco del Delta del Po,  e con le associazioni ambientaliste per  elevare il grado di consapevolezza sull'importanza delle nostre zone naturalistiche specie in una fase in cui è vitale sia aumentare l' assorbimento della CO2 sia contrastare il grave impoverimento di biodiversità che interessa il pianeta.

In tale quadro l'intera comunità ravennate , con la collaborazione del Governo e della Regione, deve privilegiare  un'ottica di conservazione, implementazione programmata e valorizzazione attiva e sostenibile.

Un'ottica che puo' produrre tanto lavoro specie per i giovani laureati e diplomati e puo' offrire possibilità straordinarie per nuove forme di turismo sostenibile attento alla natura, al paesaggio, ai percorsi salutistici a piedi e in bicicletta, alla gastronomia tipica del territorio.

A tal fine le priorita' sono:

1) Tutelare le zone umide sia d' acqua salmastra che dolce con interventi strutturali volti a favorire una adeguata e corretta circolazione delle acque e con una costante manutenzione ordinaria e una vigilanza adeguata delle istituzioni e delle guardie ecologiche volontarie.

2 ) Ampliare, e assicurare una manutenzione costante delle nostre Pinete che costituiscono un importante patrimonio naturalistico, un segno distintivo del nostro Comune e che sono un luogo ideale per le attività sostenibili legate al tempo libero  e al turismo naturalistico.

3 ) Preservare e ampliare, anche nell'ambito della riqualificazione degli stradelli dei Lidi,  le zone dunali e retrodunali quali fattori di difesa del territorio e di conservazione di biodiversità.

4 ) Favorire nell'area del Parco una agricoltura  sempre piu' sostenibile e integrata con gli ambienti naturali anche promuovendo forme di agriturismo.

5 ) Studiare e realizzare una nuova connessione fisica tra le Stazioni a nord e a sud di Ravenna attraverso la piantumazione di decine di migliaia di nuove  essenze autoctone  in una vasta area dietro Punta Marina e Lido Adriano fino a Lido di Dante, con l’obiettivo di raddoppiare progressivamente l’estensione delle aree boschive sul nostro territorio e prevedendo al contempo al suo interno qualificati percorsi a piedi, bicicletta e a cavallo.

6 ) Contrastare con tutte le energie necessarie l'infiltrazione di associazioni malavitose che praticano in particolare la pesca illegale e di frodo depauperando il nostro patrimonio e penalizzando le forme di pesca regolari

7 ) Operare, con una vigilanza adeguata,  per il pieno rispetto delle regole in materia di caccia e di pesca, per assicurarne la sostenibilità nel pieno rispetto degli indirizzi europei in materia.

Per concretizzare tali obiettivi noi riteniamo utile che accanto ad una complessiva crescita di consapevolezza si accrescano le possibilità di investimento con Progetti qualificati capaci di attrarre le risorse dei Progetti europei e quelle straordinarie de Recovery Fund.

Condividiamo inoltre il recente ordine del giorno della maggioranza sulla necessità che il Parco del Delta dedichi maggiore attenzione alle esigenze dell'intero Parco compresa la parte Ravennate.

Riteniamo inoltre utile una piu' stretta collaborazione, sia sugli aspetti naturalisti che promozionali,  tra il Parco del Delta del Po e la macroarea romagnola su cui opera il  Parco regionale della vena dei Gessi romagnoli.

Altrettanto importante è l' ampliamento e la manutenzione delle aree di verde urbano pubbliche e private  in città, nel litorale e nel nostro forese anche prevedendo parchi urbani di significative dimensioni replicando le esperienze positive di alcuni Parchi recenti come il parco Baronio.

Ai tradizionali ruoli di queste aree per la qualità urbana, per migliorare la vita sociale delle persone a partire da bambini, adolescenti e anziani oggi, in epoca di cambiamenti climatici e di smog si aggiunge infatti il ruolo di elemento di mitigazione del microclima urbano e di riduzione delle “isole di calore”, di miglioramento della qualità dell'aria, di contributo attivo e preventivo  alla tutela della salute.

Il Comune può concorrere a questo obiettivo anche incentivando piantumazioni verticali e orizzontali private, utilizzando gli strumenti urbanistici a sua disposizione.

Per tale settore vanno dedicate piu' risorse finanziarie e umane e proponiamo che venga previsto per i prossimi 5 anni un obiettivo preciso e sfidante di ampliamento complessivo e di messa a dimora di  migliaia di nuove alberature per un ambizioso progetto di rimboschimento da attuarsi anno per anno.

9 Biodiversità, cultura animalista, benessere animale, nuova cultura alimentare sostenibile

Intendiamo lavorare come Ravenna Coraggiosa per estendere la consapevolezza che fra i problemi ambientali piu' seri del nostro tempo vi è quello di una forte e progressiva riduzione della biodiversità che impoverisce la vita sul Pianeta e puo' rappresentare una grave minaccia anche per il futuro del genere umano,

Per questo, pur essendo favorevoli a forme attente e  sostenibili di fruizione e di valorizzazione per un turismo verde e consapevole,  non dobbiamo mai dimenticare che lo scopo primario dei Parchi naturali è quello di tutelare e ampliare la biodiversità autoctona sia vegetale che animale, che nel Parco del Delta rappresenta un patrimonio davvero straordinario.

Al contempo con un' attività scientifica adeguata va ridotto progressivamente l'impiego di antiparassitari e anticrittogamici pericolosi per la biodiversità a partire da specie essenziali come le api.

Crediamo sia opportuno che cresca nella nostra comunità una moderna e scientifica  sensibilità animalista, di generale rispetto verso le altre specie viventi.

Ciò impone ad esempio un costante miglioramento dei regolamenti per  assicurare il  benessere animale e per limitare i grandi allevamenti intensivi che possono rappresentare un serio rischio anche per la salute di animali e uomini.

E richiede anche una attenzione nuova al tema di una alimentazione sempre piu' sostenibile.

Va sicuramente ridotto il consumo di carne e promossa una alimentazione che non favorisca l'obesità e il sovrappeso, per contenere l'impatto ambientale e migliorare la salute, va promossa una alimentazione tipica legata alla dieta mediterranea,, centrata su verdura e frutta e su prodotti di qualità e  a km. 0.  Sulla base delle positive e importanti esperienze realizzate da noi nelle scuole,  va posta grande attenzione al pieno rispetto ovunque, ad esempio nelle mense aziendali ma anche nei ristoranti privati, per chi sceglie  una alimentazione vegetariana o vegana, o una alimentazione conforme alle proprie convinzioni religiose o legata alle proprie esigenze di salute.

Va combattuto a fondo con decisione e mezzi efficaci  lo spreco alimentare, che ha ancora dimensioni inaccettabili. A tal fine vanno promossi studi e iniziative concrete  coinvolgendo l' università, gli  operatori economici, gli utenti,  le organizzazioni ambientaliste e le istituzioni e associazioni impegnate nella lotta alla povertà assoluta.

Vanno diffusi nelle scuole, nelle mense aziendali, nei quartieri e nei paesi gli erogatori di acqua pubblica per scoraggiare sempre piu' l'uso di acqua minerale. 

10 Il nostro si' al progetto di servizio civile ambientale la proposta delle “ magliette verdi “

Ravenna Coraggiosa esprime la propria convinta adesione al Progetto presentato dai Parlamentari del nuovo gruppo  ecologista FacciamoEco di istituire un servizio civile ambientale per i ragazzi e le ragazze  fino a 35 anni, un servizio retribuito e integrato da una robusta formazione indirizzata soprattutto  verso i settori della green economy  che potrebbe divenire un progetto forte da finanziare con le risorse del Recovery Plan in quanto pienamente coerente con la filosofia del Nest generation EU.   

Tale progetto è infatti di grande importanza per due aspetti: rafforzare gli interventi ambientali in una fase di indispensabile transizione ecologica coinvolgendo direttamente le giovani generazioni , ma anche promuovere nuove occasioni di lavoro qualificato e formazione per i giovani e le donne in un settore che offrirà in futuro importanti prospettive.

Auspicando che tale iniziativa produca una nuova legislazione nazionale per il servizio civile ambientale  riteniamo che   Ravenna, che si è resa già protagonista della positiva esperienza delle “ magliette gialle “ debba studiare la possibilità di istituire “ le magliette verdi “  una sperimentazione significativa che puo' produrre  effetti concreti e positivi per l' ambiente ravennate e rendere i giovani protagonisti da subito della transizione e della trasformazione ecologica.

11 Istituire anche presso il Comune di Ravenna un Assessorato alla transizione ecologica forte, autorevole, dotato di adeguate risorse economiche e umane

Come Ravenna Coraggiosa proponiamo l'istituzione di un Assessorato alla Transizione e alla trasformazione Ecologica forte, autorevole, dotato di risorse tecniche e finanziarie adeguate.

Da un lato vanno dunque ampliate le deleghe dell'attuale assessorato ambiente in conformità con quanto già deciso a livello nazionale specie nelle materie dell' energia e della mobilità sostenibile. Inoltre l' Assessorato alla transizione ecologica deve essere concepito come un assessorato trasversale che agisce di concerto con altri assessorati operativi ( es. Lavori pubblici, edilizia, patrimonio ecc. ) per assicurare una sempre maggiore sostenibilità ambientale ed energetica delle politiche pubbliche comunali in linea con quanto indicato del PAESC.  

Ravenna Coraggiosa
Sede legale: via delle Industrie 9, 48123, Ravenna
Codice Fiscale: 92094680391
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