Cultura

La tradizione del nuovo

PRESENTAZIONE-CULTURA-CORAGGIOSA

Negli ultimi trent'anni Ravenna ha creato un panorama culturale importante, articolato, capace di dialogare con il mondo, che l'amministrazione comunale ha sostenuto e tuttora sostiene. Non si può che partire da questa valutazione.

La cultura è al centro delle politiche dell'amministrazione comunale, e anche in un periodo così critico come quello che stiamo attraversando non è mai venuto meno quest'impegno.

Senza tema di smentita l'investimento che questa città ha dedicato a questo settore la pone ai primi posti in Italia.

Proprio per onorare questa visione che arriva da lontano, crediamo sia importante rilanciare questa spinta, ricalibrando e correggendo, avendo il coraggio anche di rimettersi, per alcuni aspetti, in gioco.

Anche nell'ultimo mandato sono molte le cose che sono state fatte e che vanno sottolineate, dall'aver concluso e inaugurato un Museo di importanza strategica come Classis, e come aver posto solide basi per la statizzazione dei propri istituti di alta formazione artistica e musicale, l'Istituto Verdi e l'Accademia di belle arti, immaginando e ponendo le basi per la nascita di un Politecnico delle Arti. Attuando una riforma che metta al centro anche un ripensamento e un riammodernamento pedagogico e organizzativo di queste istituzioni

In questi ultimi anni, l'Amministrazione, pur supportando con forza l’attività artistica e culturale della città, ha faticato a mantenere il passo. Anche a causa dei nuovi regolamenti europei, che hanno inceppato il sistema delle convenzioni, così come ha influito negativamente ll difficile momento economico.

È però necessario tornare a promuovere nuove realtà culturali, attraverso un piano strutturato di interventi di sostegno ai gruppi e agli artisti operanti in città, attraverso una valutazione vera del loro possibile impatto e valore artistico.

È necessario disseminare le esperienze e non accorparle in grandi organismi, che faticano a produrre pensiero.

Bisogna immaginare e proporre regole differenti per le diverse realtà, per fare un esempio non possono essere valide le medesime regole sulla sicurezza per un concerto con cinquanta persone e uno con mille.

Compito dell’assessorato dovrà anche essere quello di pubblicizzare in modo continuativo e organico le attività culturali della città in cui il comune intervenga, per capire, dalle attività dello Spartaco a Ravenna Festival, dal Cisim alla Classense. Si propone che il comune organizzi un sito, e una app dove venga costantemente aggiornato il programma delle attività culturali sostenute dal comune stesso.

Chiediamo che efficacemente e urgentemente si crei un clima di condivisione tra le diverse istituzioni culturali, tra i diversi musei e che pubblicamente ci si muova con coraggio in questa direzione.

E’ necessario che l’assessorato alla cultura promuova tavoli di incontro e di lavoro tra le realtà culturali e artistiche, istituzionali e non, che operano nella nostra Città. Gli stati generali della cultura, un tavolo permanente di dialogo e scambio tra le varie realtà.

Chiediamo la formazione di un tavolo di esperti ed esperte del settore artistico, chiamiamolo un “Comitato Tecnico Scientifico della Cultura per la città di Ravenna” (anche sulla base dell’esperienza della candidatura di Ravenna a città Europea della Cultura 2019), con competenze specifiche, che possano ricoprire tutte le arti (contemporanee e non) e che possano essere di aiuto, monito e spinta, sia all’Assessorato, sia per l’Ammistrazione stessa, nella scelta e nella valutazione delle tante proposte che la nostra Città offre.

I Parchi della città, che grazie a politiche coraggiose stanno crescendo, possono diventare nel periodo estivo luoghi di spettacolo stringendo patti con le  realtà culturali più giovani.

Vanno ricercate alleanze non occasionali ma organiche tra il pubblico e il privato, è ormai evidente che l’imprenditoria più illuminata sa bene che l’alleanza con artisti capaci può significare molto per la propria attività. L’assessorato può rendersi protagonista e suggerire e favorire incontri e scambi.

Per essere realmente Coraggiosi non si può che proporre una attenta valutazione e ridistribuzione delle risorse di tutti gli organismi convenzionati. Valutando oggettivamente il dare e l’avere nel rapporto tra realtà culturali private e amministrazione comunale. E questo deve essere costantemente preso in considerazione.

Suggeriamo alle nuove realtà artistiche e culturali della città di pensare sempre a ciò che il pubblico può e deve dare alla propria attività e cosa loro possono offrire al miglioramento del bene pubblico della propria comunità.

Un'esperienza tra tutte da rilanciare è quella della biblioteca Oriani, di cui va ristabilita la funzione di polo della Storia contemporanea, attribuendogli il peso che merita e restituendo a Ravenna un ruolo, anche attraverso l'accorpamento e la valorizzazione dell'Istituto storico della resistenza, in modo da recuperare la sua funzione nazionale di conservazione e diffusione di documenti e pensiero sul '900 italiano.

Sarebbe strategico un piano che rilanci tutte le biblioteche come luoghi di “.competenza informativa” (Information literacy che consiste nel sapere quando e perché si ha bisogno di informazione, dove trovarla, come valutarla, usarla, comunicarla eticamente).

Inoltre l'importanza sociale della lettura, che già la Arendt individua nelle sue riflessioni filosofiche come luogo della partecipazione alla creazione di un mondo pubblico, dovrà essere coniugata strategicamente a investimenti in ogni scuola, dal nido alle secondarie, per fare in modo che la lettura sia sempre presente, anche attraverso una strategia comunale per avere per ogni scuola la possibilità di accedere agilmente al patrimonio librario delle biblioteche, strutturando prestiti tematici periodici e individuando insegnanti referenti, che aiutino a sviluppare il “pensiero critico”, anche attrverso specifici incontri di approfondimento.

Le Biblioteche della città devono integrare il loro ruolo di “Biblioteca pubblica” con quello di centro propulsore di attività culturali e didattiche, in letteratura si parla di “biblioteca sociale”, di , “multipurpose library” , di “piazza del sapere”. Partendo da queste prospettive le biblioteche devono essere proposte “sia come punto fermo per la società, uno spazio dove la comunità possa accedere alle conoscenze e alle informazioni utili per perfezionare la propria formazione, per approfondire i propri interessi e magari per trovare un nuovo lavoro, che come spazio dinamico dove poter ampliare le relazioni sociali, uscire dalla marginalità e accrescere l’attivismo civico”.

I punti su cui fondare il nuovo programma di mandato e su cui si fonda a Ravenna il riconoscimento del valore sociale della lettura sono cosi sintetizzabili:

- ri-organizzazione delle biblioteche decentrate : piani strutturali (rinnovo sedi) e servizi erogati

- superamento progressivo delle esternalizzazioni per il ruolo del bibliotecario/a

- sostegno alle biblioteche scolastiche (dall’infanzia alla secondaria superiore) integrate nel sistema delle biblioteche     pubbliche e specialistiche

- interventi sulla Lettura precoce e il programma Nati per leggere legato alle famiglie (0-6)

- studio di fattibilità per una biblioteca ragazzi della città integrata con la sede Classense

- valorizzazione del Patto per la Lettura che si deve integrare con gli altri piani d’azione per l’istruzione, per la competenza informativa, per le politiche sociali, per la rigenerazione urbana e per l’educazione al patrimonio culturale.

Proporre sedi alle realtà artistiche e culturali della città nei centri del forese potrebbe mettere in atto azioni virtuose, andando incontro alla necessità degli artisti di trovare una “casa” e alla necessità dei paesi di sentirsi al centro dei processi innovativi della città, per riconquistare identità e senso.

Aumentare le agibilità di Pubblico Spettacolo nei luoghi comunali di promozione e produzione culturale, presenti sul nostro territorio, agevolando la possibilità di usufruirne a chiunque ne abbia necessità.

E' necessario pensare a nuove idee per spazi che sono all'inizio della loro storia, in particolare si pensa ad un luogo come Classis, per cui si potrebbero raccogliere progetti innovativi da giovani artisti e intellettuali, anche sostenendo la creazione di forme associative, cooperative, tra i laureati dei corsi umanistici del campus universitario della nostra città.

Si propone una discussione tra diversi soggetti per ri-pensare una politica museale che metta al centro la relazione con i giovani artisti della Città.

E’ inoltre indispensabile che la direzione di MAR e Biblioteca Classense vengano separate in modo da garantire al museo una direzione competente, soprattutto in questo momento storico dove i musei stanno vivendo una crisi strutturale nel segno di una nuova rinascita, sia fisica che digitale.

Proponiamo di riflettere sulla creazione “leggera agile e efficace” di nuovi spazi espositivi, di ecomusei della creatività capaci di creare-disfare-e rifare relazioni con la creatività che opera nel nostro territorio e non solo. E anche per questo un attenta valutazione degli spazi nelle periferie, come nel forese, potrebbe innescare percorsi virtuosi e generatori tra artisti e comunità.

E' necessario pensare a nuove idee per spazi che sono all'inizio della loro storia, in particolare si pensa ad un luogo come Classis, per cui si potrebbero raccogliere progetti innovativi da giovani artisti e intellettuali, anche sostenendo la creazione di forme associative, cooperative, tra i laureati dei corsi umanistici del campus universitario della nostra città.

Negli ultimi anni la presenza sempre maggiore di studenti universitari in città ci spinge a considerare come imprescindibile l'attivazione di nuove modalità di dialogo con le facoltà. Le università sono luoghi di formazione in cui si può allenare la sensibilità culturale delle nuove generazioni e in cui trovare fonti di energia e di ispirazione. Integrare la comunità studentesca, spesso abbandonata a se stessa, all'ambiente artistico cittadino, come già avviene da decenni in città dalla più lunga storia universitaria, è per noi un importantissimo campo di prova per la tenuta futura della cultura ravennate.

Compito dell’assessorato dovrà anche essere quello di pubblicizzare in modo continuativo e organico le attività culturali della città in cui il comune intervenga, per capire, dalle attività dello Spartaco a Ravenna Festival, dal Cisim alla Classense. Si propone che il comune organizzi un sito, e una app dove venga costantemente aggiornato il programma delle attività culturali sostenute dal comune stesso.

Simboli e diritti

Ogni politica per creare identità deve essere capace di proporre azioni ideali profonde e che indichino direzioni precise.

Fare di Ravenna, attraverso azioni concrete e attività di studio e di confronto, una città che si impegna a fondo per sostenere una legge sul Diritto di Cittadinanza per i bambini e le bambine di origini straniere.

Non è più pensabile indugiare su questo argomento, la situazione per noi è ingiusta e insostenibile. Sappiamo bene che non è l’amministrazione comunale a dover decidere su questi temi, ma un Comune che li metta inequivocabilmente e sistematicamente al centro, può fare molto.

Ravenna ha già dimostrato in passato di saper attivare politiche nazionali, noi dobbiamo essere capaci di collocarci nel solco delle grandi battaglie sociali. Lo dobbiamo alla nostra storia.

I CINQUE PUNTI:

  • RILANCIARE E RIPENSARE CLASSIS
  • IL FORESE COME LABORATORIO ARTISTICO E CULTURALE PER LA CITTA’ CREANDO PATTI CON LE GIOVANI REALTA’  ARTISTICHE
  • PIU’ SPAZI PER IL PUBBLICO SPETTACOLO
  • CREARE ECO MUSEI LEGGERI E PRECARI DOVE ESPORRE GIOVANI ARTISTI IN LUOGHI INATTESI E INASPETTATI
  • CREARE UN DIALOGO CON LE NUOVE GENERAZIONI DI ARTISTI
  • RAFFORZARE E CREARE DIALOGO TRA LE REALTA’ CULTURALi
  • SOSTENERE L’INTRECCIO VIRTUOSO TRA ATTIVITA’ ARTISTICA E AZIONE SOCIALE

La tradizione del nuovo

PRESENTAZIONE-CULTURA-CORAGGIOSA

Negli ultimi trent'anni Ravenna ha creato un panorama culturale importante, articolato, capace di dialogare con il mondo, che l'amministrazione comunale ha sostenuto e tuttora sostiene. Non si può che partire da questa valutazione.

La cultura è al centro delle politiche dell'amministrazione comunale, e anche in un periodo così critico come quello che stiamo attraversando non è mai venuto meno quest'impegno.

Senza tema di smentita l'investimento che questa città ha dedicato a questo settore la pone ai primi posti in Italia.

Proprio per onorare questa visione che arriva da lontano, crediamo sia importante rilanciare questa spinta, ricalibrando e correggendo, avendo il coraggio anche di rimettersi, per alcuni aspetti, in gioco.

Anche nell'ultimo mandato sono molte le cose che sono state fatte e che vanno sottolineate, dall'aver concluso e inaugurato un Museo di importanza strategica come Classis, e come aver posto solide basi per la statizzazione dei propri istituti di alta formazione artistica e musicale, l'Istituto Verdi e l'Accademia di belle arti, immaginando e ponendo le basi per la nascita di un Politecnico delle Arti. Attuando una riforma che metta al centro anche un ripensamento e un riammodernamento pedagogico e organizzativo di queste istituzioni

In questi ultimi anni, l'Amministrazione, pur supportando con forza l’attività artistica e culturale della città, ha faticato a mantenere il passo. Anche a causa dei nuovi regolamenti europei, che hanno inceppato il sistema delle convenzioni, così come ha influito negativamente ll difficile momento economico.

È però necessario tornare a promuovere nuove realtà culturali, attraverso un piano strutturato di interventi di sostegno ai gruppi e agli artisti operanti in città, attraverso una valutazione vera del loro possibile impatto e valore artistico.

È necessario disseminare le esperienze e non accorparle in grandi organismi, che faticano a produrre pensiero.

Bisogna immaginare e proporre regole differenti per le diverse realtà, per fare un esempio non possono essere valide le medesime regole sulla sicurezza per un concerto con cinquanta persone e uno con mille.

Compito dell’assessorato dovrà anche essere quello di pubblicizzare in modo continuativo e organico le attività culturali della città in cui il comune intervenga, per capire, dalle attività dello Spartaco a Ravenna Festival, dal Cisim alla Classense. Si propone che il comune organizzi un sito, e una app dove venga costantemente aggiornato il programma delle attività culturali sostenute dal comune stesso.

Chiediamo che efficacemente e urgentemente si crei un clima di condivisione tra le diverse istituzioni culturali, tra i diversi musei e che pubblicamente ci si muova con coraggio in questa direzione.

E’ necessario che l’assessorato alla cultura promuova tavoli di incontro e di lavoro tra le realtà culturali e artistiche, istituzionali e non, che operano nella nostra Città. Gli stati generali della cultura, un tavolo permanente di dialogo e scambio tra le varie realtà.

Chiediamo la formazione di un tavolo di esperti ed esperte del settore artistico, chiamiamolo un “Comitato Tecnico Scientifico della Cultura per la città di Ravenna” (anche sulla base dell’esperienza della candidatura di Ravenna a città Europea della Cultura 2019), con competenze specifiche, che possano ricoprire tutte le arti (contemporanee e non) e che possano essere di aiuto, monito e spinta, sia all’Assessorato, sia per l’Ammistrazione stessa, nella scelta e nella valutazione delle tante proposte che la nostra Città offre.

I Parchi della città, che grazie a politiche coraggiose stanno crescendo, possono diventare nel periodo estivo luoghi di spettacolo stringendo patti con le  realtà culturali più giovani.

Vanno ricercate alleanze non occasionali ma organiche tra il pubblico e il privato, è ormai evidente che l’imprenditoria più illuminata sa bene che l’alleanza con artisti capaci può significare molto per la propria attività. L’assessorato può rendersi protagonista e suggerire e favorire incontri e scambi.

Per essere realmente Coraggiosi non si può che proporre una attenta valutazione e ridistribuzione delle risorse di tutti gli organismi convenzionati. Valutando oggettivamente il dare e l’avere nel rapporto tra realtà culturali private e amministrazione comunale. E questo deve essere costantemente preso in considerazione.

Suggeriamo alle nuove realtà artistiche e culturali della città di pensare sempre a ciò che il pubblico può e deve dare alla propria attività e cosa loro possono offrire al miglioramento del bene pubblico della propria comunità.

Un'esperienza tra tutte da rilanciare è quella della biblioteca Oriani, di cui va ristabilita la funzione di polo della Storia contemporanea, attribuendogli il peso che merita e restituendo a Ravenna un ruolo, anche attraverso l'accorpamento e la valorizzazione dell'Istituto storico della resistenza, in modo da recuperare la sua funzione nazionale di conservazione e diffusione di documenti e pensiero sul '900 italiano.

Sarebbe strategico un piano che rilanci tutte le biblioteche come luoghi di “.competenza informativa” (Information literacy che consiste nel sapere quando e perché si ha bisogno di informazione, dove trovarla, come valutarla, usarla, comunicarla eticamente).

Inoltre l'importanza sociale della lettura, che già la Arendt individua nelle sue riflessioni filosofiche come luogo della partecipazione alla creazione di un mondo pubblico, dovrà essere coniugata strategicamente a investimenti in ogni scuola, dal nido alle secondarie, per fare in modo che la lettura sia sempre presente, anche attraverso una strategia comunale per avere per ogni scuola la possibilità di accedere agilmente al patrimonio librario delle biblioteche, strutturando prestiti tematici periodici e individuando insegnanti referenti, che aiutino a sviluppare il “pensiero critico”, anche attrverso specifici incontri di approfondimento.

Le Biblioteche della città devono integrare il loro ruolo di “Biblioteca pubblica” con quello di centro propulsore di attività culturali e didattiche, in letteratura si parla di “biblioteca sociale”, di , “multipurpose library” , di “piazza del sapere”. Partendo da queste prospettive le biblioteche devono essere proposte “sia come punto fermo per la società, uno spazio dove la comunità possa accedere alle conoscenze e alle informazioni utili per perfezionare la propria formazione, per approfondire i propri interessi e magari per trovare un nuovo lavoro, che come spazio dinamico dove poter ampliare le relazioni sociali, uscire dalla marginalità e accrescere l’attivismo civico”.

I punti su cui fondare il nuovo programma di mandato e su cui si fonda a Ravenna il riconoscimento del valore sociale della lettura sono cosi sintetizzabili:

- ri-organizzazione delle biblioteche decentrate : piani strutturali (rinnovo sedi) e servizi erogati

- superamento progressivo delle esternalizzazioni per il ruolo del bibliotecario/a

- sostegno alle biblioteche scolastiche (dall’infanzia alla secondaria superiore) integrate nel sistema delle biblioteche     pubbliche e specialistiche

- interventi sulla Lettura precoce e il programma Nati per leggere legato alle famiglie (0-6)

- studio di fattibilità per una biblioteca ragazzi della città integrata con la sede Classense

- valorizzazione del Patto per la Lettura che si deve integrare con gli altri piani d’azione per l’istruzione, per la competenza informativa, per le politiche sociali, per la rigenerazione urbana e per l’educazione al patrimonio culturale.

Proporre sedi alle realtà artistiche e culturali della città nei centri del forese potrebbe mettere in atto azioni virtuose, andando incontro alla necessità degli artisti di trovare una “casa” e alla necessità dei paesi di sentirsi al centro dei processi innovativi della città, per riconquistare identità e senso.

Aumentare le agibilità di Pubblico Spettacolo nei luoghi comunali di promozione e produzione culturale, presenti sul nostro territorio, agevolando la possibilità di usufruirne a chiunque ne abbia necessità.

E' necessario pensare a nuove idee per spazi che sono all'inizio della loro storia, in particolare si pensa ad un luogo come Classis, per cui si potrebbero raccogliere progetti innovativi da giovani artisti e intellettuali, anche sostenendo la creazione di forme associative, cooperative, tra i laureati dei corsi umanistici del campus universitario della nostra città.

Si propone una discussione tra diversi soggetti per ri-pensare una politica museale che metta al centro la relazione con i giovani artisti della Città.

E’ inoltre indispensabile che la direzione di MAR e Biblioteca Classense vengano separate in modo da garantire al museo una direzione competente, soprattutto in questo momento storico dove i musei stanno vivendo una crisi strutturale nel segno di una nuova rinascita, sia fisica che digitale.

Proponiamo di riflettere sulla creazione “leggera agile e efficace” di nuovi spazi espositivi, di ecomusei della creatività capaci di creare-disfare-e rifare relazioni con la creatività che opera nel nostro territorio e non solo. E anche per questo un attenta valutazione degli spazi nelle periferie, come nel forese, potrebbe innescare percorsi virtuosi e generatori tra artisti e comunità.

E' necessario pensare a nuove idee per spazi che sono all'inizio della loro storia, in particolare si pensa ad un luogo come Classis, per cui si potrebbero raccogliere progetti innovativi da giovani artisti e intellettuali, anche sostenendo la creazione di forme associative, cooperative, tra i laureati dei corsi umanistici del campus universitario della nostra città.

Negli ultimi anni la presenza sempre maggiore di studenti universitari in città ci spinge a considerare come imprescindibile l'attivazione di nuove modalità di dialogo con le facoltà. Le università sono luoghi di formazione in cui si può allenare la sensibilità culturale delle nuove generazioni e in cui trovare fonti di energia e di ispirazione. Integrare la comunità studentesca, spesso abbandonata a se stessa, all'ambiente artistico cittadino, come già avviene da decenni in città dalla più lunga storia universitaria, è per noi un importantissimo campo di prova per la tenuta futura della cultura ravennate.

Compito dell’assessorato dovrà anche essere quello di pubblicizzare in modo continuativo e organico le attività culturali della città in cui il comune intervenga, per capire, dalle attività dello Spartaco a Ravenna Festival, dal Cisim alla Classense. Si propone che il comune organizzi un sito, e una app dove venga costantemente aggiornato il programma delle attività culturali sostenute dal comune stesso.

Simboli e diritti

Ogni politica per creare identità deve essere capace di proporre azioni ideali profonde e che indichino direzioni precise.

Fare di Ravenna, attraverso azioni concrete e attività di studio e di confronto, una città che si impegna a fondo per sostenere una legge sul Diritto di Cittadinanza per i bambini e le bambine di origini straniere.

Non è più pensabile indugiare su questo argomento, la situazione per noi è ingiusta e insostenibile. Sappiamo bene che non è l’amministrazione comunale a dover decidere su questi temi, ma un Comune che li metta inequivocabilmente e sistematicamente al centro, può fare molto.

Ravenna ha già dimostrato in passato di saper attivare politiche nazionali, noi dobbiamo essere capaci di collocarci nel solco delle grandi battaglie sociali. Lo dobbiamo alla nostra storia.

I CINQUE PUNTI:

  • RILANCIARE E RIPENSARE CLASSIS
  • IL FORESE COME LABORATORIO ARTISTICO E CULTURALE PER LA CITTA’ CREANDO PATTI CON LE GIOVANI REALTA’  ARTISTICHE
  • PIU’ SPAZI PER IL PUBBLICO SPETTACOLO
  • CREARE ECO MUSEI LEGGERI E PRECARI DOVE ESPORRE GIOVANI ARTISTI IN LUOGHI INATTESI E INASPETTATI
  • CREARE UN DIALOGO CON LE NUOVE GENERAZIONI DI ARTISTI
  • RAFFORZARE E CREARE DIALOGO TRA LE REALTA’ CULTURALi
  • SOSTENERE L’INTRECCIO VIRTUOSO TRA ATTIVITA’ ARTISTICA E AZIONE SOCIALE
Ravenna Coraggiosa
Sede legale: via delle Industrie 9, 48123, Ravenna
Codice Fiscale: 92094680391
Elezioni Trasparenti